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Storia del cinema italiano - appunti - Libera Università di lingue e comunicazione, Appunti di Storia Del Cinema Americano

Appunti corso di Gianni Canova, IULM, anno 2013. Corso di storia del cinema italiano

Tipologia: Appunti

2012/2013

In vendita dal 16/07/2013

calloni.valentina
calloni.valentina 🇮🇹

4.2

(12)

20 documenti

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Scarica Storia del cinema italiano - appunti - Libera Università di lingue e comunicazione e più Appunti in PDF di Storia Del Cinema Americano solo su Docsity! STORIA DEL CINEMA ITALIANO Password community: cineita13 1958/1963 da paese agricolo degli anni 50 in paese modernamente industriale Città bombardate, economia stato disastroso, consumi bassissimi, società povera dopo seconda guerra mondiale Ma dal 58/63 boom economico  Italia diventa sesta potenza industriale del mondo Italia deve fare i conti con la modernità, che cambia le abitudini degli italiani 1958: <10% famiglie con televisioni 1963: +50% famiglie con televisioni 1958: auto private in Italia 300000 1963: più di 5milioni Italia diventa un paese moderno Nell’anno baricentro 1960 Roma viene scelta come sede delle olimpiadi Modernizzazione: processo aumenta reddito, consumi e possibilità di accesso a standard di vita più elevati, ma che crea grandi flussi migratori (sud/nord o campagne/città) 1961: divorzio all’italiana (film che dimostra il delitto d’onore non era punito) FELLINI, VISCONTI E ANTONIONI Spiegano come l’Italia si modernizza in varie parti d’Italia (Roma, Milano, Isole Eolie) LUCHINO VISCONTI: ROCCO E I SUOI FRATELLI Contraddittorietà è il primo tratto che si trova. Visconti è un nobile (da padre) e ricco (imprenditoria farmaceutica) Dal punto di vista politico è comunista Elegante di sartoria anche quando andava a fare i comizi agli operai a Sesto San Giovanni. Cresce negli anni del fascismo in anni di autarchia (no scambi con cultura straniera, proibiti musica, romanzi e film americani per esempio) Studia in Francia, formazione cosmopolita. Posizione estetica: si dichiara tutta la vita realista “cinema che documenti il mondo in cui viviamo”, ma i film sono pervasi da vena decadente (tratto L’innocente da Gabriele D’Annunzio) e vena melodrammatica (regista alla Scala di Milano) Film d’esordio “Ossessione” (1943) Guerra in corso, stabilimenti cinematografici in crisi, va alla foce del Po e crea il film Fondamento del Neorealismo. Tratto dal libro noir “Il postino suona sempre due volte”. Racconta un percorso di decaduta. Triangolo amoroso: lui, lei, l’altro. Trattoria vicino alla foce del Po, tra l’altro e la moglie colpo di fulmine, decidono di far fuori il marito e prendergli i soldi, ma tutto finisce male. Film pieno di effetti melodrammatici. Sempre anni ’40 gira un film che risponde a pieno ai canoni del neorealismo “La terra trema”, tratto da uno dei romanzi celebri del verismo cioè “I Malavoglia” di Verga. Il film esce anche a Palermo ma con i sottotitoli. Dietro l’apparenza del realismo assoluto, c’è una visione di marcata estetica. Estetizzazione assoluta esempio dei pescatori di Acitrezza Perfezionista assoluto, peggio di Kubrick. Gira il “Gattopardo”, scena del ballo occupa mezz’ora, costumi autentici del ‘700, migliaia di luci e quindi caldo atroce, guanti autentici del ‘700 cambiati ogni mezz’ora per tenere attori e comparsi a loro agio. Tre grandi fasi: Prima fase: REALISTA (primi 10 anni) Parte da Ossessione, La terra trama e arriva a Senso (1954) Seconda fase: melodrammatica Parte da Rocco e i suoi fratelli e arriva ai primi anni ‘60 Terza fase: decadente Parte da Gattopardo, Morte a Venezia e arriva a Caduta degli dei Contraddittorio punto di vista stilistico ed estetico. Alternanza tra condivisione degli stati d’animo dei personaggi e momenti di distacco. Primi e primissimi piani per spremere ogni dettaglio del personaggio Altri momenti raggela e inibisce rapporti empatici con i personaggi Rossellini si nasconde dietro la macchina da presa, Visconti fa vedere ciò che pensa nei confronti dei personaggi Il film è tratto dal “Ponte della Ghisolfa” di Giovanni Trestori In realtà solo lo stupro di Nadia è tratto da Trestori Il resto della storia ha preso ispirazione da diversi altri pezzi (esempio Thomas Mann) e ancora è i Malavoglia Fratelli parondi che alla fine degli anni ’50 migrano a Nord a Milano. Conflitto che riguarda l’identità. Etnico-territoriale. Chi dice di noi quello che siamo? Il luogo in cui abitiamo o il luogo da cui veniamo? Grandi scene di massa + scene intimiste Scene notturne + scene diurne Scene in interni + scene in esterni SIMONE il nome di Simone appare sull’immagine di Nadia. Non è un caso. Simone sarà una trottola nelle mani di Nadia. Nadia racconta della sua infanzia. Padre malato. Lei con madre vanno a vivere da uno zio. Era felice. Visconti usa un piano sequenza, quasi a voler trattenere quella situazione. Termina col volto di Simone che sovrasta Nadia, quasi a nasconderla. Passaggio successivo chiaro/scuro Milano nella nebbia sui Navigli. Visconti alterna scene che sembrerebbero realistiche, però inserite nella logica degli opposti/contrasti assume una composizione melodrammatica. Assoluta modernità di figure femminili, lavanderia milanese gestita da una donna, microimprenditorialità femminile. Rocco è il fattorino ed è lo zimbello delle ragazze. Simone va in lavanderia e chiede un prestito a Rocco per andarsene. Rocco va in palestra per dire che Simone è malato e non può andare in palestra e gli chiedono di iscriversi. Simone e Nadia sono in vacanza a Bellagio per Pasqua. Si torna a Milano, Rocco va a casa, Simone riporta la camicia che aveva rubato e bacia la proprietaria della lavanderia e prende la sua spilla e parte la musica extradiegetica, per accentuare il gesto del furto. Vengono a cercare Vincenzo in casa. Esce Rocco, trova Nadia. Nadia mostra la spilla a Rocco e gli dice che ha paura che l’abbia rubata e che non ha bisogno di problemi. Nadia dice che vuole partire e se ne va. Rocco torna a casa con la spilla. Rocco dice che si vuole licenziare, per togliere Simone dai casini per via della spilla. E poi comunica alla famiglia che parte soldato. Poi dice a Simone che Nadia se ne parte. Scena senza stacchi di montaggio. Modo di messa in scena. Rocco e Simone si stanno per separare definitivamente. Usa un linguaggio che unisce, per mostrare un qualcosa che si sta per rompere. ROCCO Ambientato a Livorno. Riceve una lettera e immagina le scene che possono essere successe a Milano. Vincenzo si è dovuto sposare con Ginetta. Ciro è stato assunto all’Alfa Romeo. Simone è ancora dietro agli allenamenti. Rocco incontra Nadia a Livorno, dopo 14mesi che era via per il servizio militare. Vanno a prendere un caffè. Nadia racconta che è stata in galera. E anche Rocco racconta di alcuni amici che sono finiti in galera per la fame. Rocco descrive che non riesce ad ambientarsi a Milano e tornerebbe volentieri a casa. Nadia ha 25 anni. Rocco cerca di spronare Nadia a creare una nuova vita. Gioco di Nadia con gli occhiali. Come indossare una maschera e toglierla. Desiderio di comunicazione, ma paura di comunicare. Rocco invece è la positività. Rocco offre una chiave per capire il film e l’Italia. Rocco dice che il suo problema è legato al desiderio, non riuscire a desiderare quello che desiderano gli altri, non riesce a omologarsi come la società che lo circonda. Omologazione al desiderio. Rocco si integra, ma non si integra, non riesce ad omologarsi come gli altri. Pasolini: “la modernità è ciò che ci rende uguali e omologati” … tratto negativo della modernità. Simone è già omologato, voglio, desidero e prendo.. non introduce il tempo dell’attesa.. ciò che desidera, lo ottiene immediatamente. La scena si chiude con il dettaglio della mano. Rocco torna a casa il giorno del battesimo del nipote. Lo accoglie la madre, la famiglia Parondi ha cambiato status sociale con una nuova casa. Simone continua con gli allenamenti. Mentre gli incontri tra Nadia e Simone erano nel buio, quelli tra Nadia e Rocco si tengono alla luce del sole, sul tram della vecchia Milano. Simone perde l’incontro. Allora l’allenatore rispinge su Rocco. Simone viene a sapere che Rocco si vede con Nadia. Simone viene visto come il looser, ha perso sul piano affettivo, ha perso Nadia e ora cerca un riscatto che peggiorerà il suo essere perdente. Scena ripresa dal Trestori dello stupro di Nadia da parte di Simone davanti a Rocco. Visconti si è ispirato ai quadri di Sironi per girare questa scena e il finale all’idroscalo. Logica del branco, vanno in gruppo, non va Simone da solo. Rocco è sconvolto dalla scena, piange. Nadia se ne va piangendo. Simone e Rocco si picchiano. Scena prolungata fino all’esasperazione. Visconti passa a campi lunghissimi. Vengono degli amici in macchina a prendere Simone. Simone ha bisogno di pubblico. Simone è un perdente. Rocco è un sacrificante, uno che si tira indietro in nome di qualcosa in cui crede veramente. Rocco rompe da Nadia. Nadia dice a Simone che vuole tornare con lui, perché Rocco le ha detto di fare così. Simone la bacia, lei prima reagisce, ma poi ci sta. Nadia si fa mantenere da Simone. Simone la porta a casa. E altre scene di diverbio, anche con la madre. Simone precipita sempre più giù nel profilo di looser. Episodio del furto: viene sedotto da un manager dichiaratosi omosessuale e gli ruba tutti i soldi. Viene denunciato. Rocco lo salva ancora, tornando a fare pugilato e saldando il debito. Nadia lascia Simone e lui si riduce a un personaggio da borderline. Ciro nel mentre si fidanza con una ragazza di Milano. Ciro si integra. Ultimo capitolo è il trionfo dell’impianto melodrammatico del film. Rocco, ultimo incontro, titolo italiano. Simone trova per l’ultima volta Nadia all’idroscalo. (in stile “Carmen di bisè”  mentre uno vince, l’altro uccide la donna del desiderio) Mentre Rocco vince, Simone uccide Nadia. Montaggio salta velocemente da una scena all’altra. Serie di rime. (“copriti, copriti”) sottolineando i legami tra una situazione all’altra. Simone viene deriso da tutti. Gli dicono dove trovare Nadia. Simone la va a trovare e cerca di riconquistarla, la abbraccia, cerca di tenerla stretta, mentre lei scappa. Nadia gli confessa il suo odio verso di lui. Simone allora estrae un coltello dalla tasca. Nadia se ne va tranquilla, Simone la raggiunge. Stacco, si torna al ring. Rocco con due pugni, butta a terra l’avversario. Nadia allarga le braccia, lo abbraccia e Simone la pugnala e poi scappa. Si torna al ring e vince Rocco. LUCA Cena per la vittoria di Rocco. Manca Simone. Tutti i fratelli fanno un brindisi in rima. Rocco nel suo brindisi rievoca la città di nascita. Suonano al campanello. E’ Simone. Simone viene perché ha bisogno di soldi. Simone ammette che l’ha uccisa e Rocco si butta sul fratello abbracciandolo. Ciro e la madre entrano e scoprono tutto, Ciro scappa. Luca e Rocco lo inseguono, ma senza successo. Luca va a trovare Ciro fuori dai cancelli dell’Alfa Romeo. Luca è il testimone del futuro. Ultima inquadratura. Cinema antropocentrico. Cinema costruito con la centro la personalità umana. Tranne nell’inquadratura finale, Luca saluta Ciro, passa accanto a un muro con i poster di Rocco, e si allontana finché la sua figura diventa piccolissima. Il film si è basato sui 5 personaggi, ma l’ultima inquadratura è per la città di Milano. Attrito di codici. Terza volta in cui appare un dipinto. Claudia è esclusa da un rapporto che la riguarda, che deve avvenire o che sta avvenendo. (la sua amica Anna, la sua amica Giulia, Sandro). Quadro molto esplicito, una donna che offre un seno a un uomo più anziano, ma la donna guarda altrove. Sandro non è sceso per stare con gli amici, ma aveva già in mente qualcosa. Appare la donna dentro la finestra e sembra un quadro, e poi immagine controcampo di lei che osserva Sandro. Sandro sta temporeggiando, guarda la televisione. Antonioni non ci fa vedere cosa sta passando sul teleschermo. Collegamento con Rocco e i suoi fratelli (scena manager gay e trasmette “l’intervallo”  cartoline turistiche o grandi quadri famosi con sotto musica classica) Per visconti la tv non funziona ma riempie il tempo vuoto, come l’intervallo riempie i tempi televisivi vuoti. Antonioni anche lui rimuove la televisione, infatti Sandro la guarda e non la guarda. Tv fa concorrenza al cinema e quindi il cinema fa finta che la tv non esista. Batte le mani con un gesto economico per dire “ho deciso”. Immagine scura, illuminata solo dalla tv. Immagine successivamente più chiara di Claudia, della sua mano. Inquadrature lunghe, piani sequenza allungati. Anche lei temporeggia. Fa smorfie allo specchio, modifica il suo viso. E’ cambiata tanto, per essere al pari delle rivali. Ma non sa che ora dovrà cambiare di nuovo. Ancora una volta tema finestra, ringhiera, Taormina e il mare. Dalla profondità di campo, vestita di nero, viene verso la telecamera. Antonioni trova il modo di far rientrare Patrizia e Ettore. Claudia ha paura che Anna sia viva e che Sandro la tradisca. Patrizia cerca di tranquillizzarla. Claudia esce dalla camera e va a cercare Sandro. Corridoi segnati dai residui della festa della notte precedente. Antonioni non vuole darci la rappresentazione dal lato di Claudia, infatti la telecamera prima è lontana, ma poi è dietro di lei. Lui si nasconde, si rannicchia. Lei scappa via dopo aver visto coi proprio occhi questa esclusione da un rapporto. La donna è solo una mano. Antonioni taglia via identità e lascia solo le gambe che toccano le banconote. Claudia è la sua mano, la donna è la sineddoche del denaro e delle gambe. Usciamo all’aperto. Immobilità delle architetture. Si muove Claudia e si muove la natura (alberi). Sandro non sembra pentito, ma cerca banalmente di recuperare un rapporto. La sequenza non ha musica extra diegetica, come prima che scompaia Anna. Ma la musica sta per riapparire. Proprio sul gesto della mano titubante. Alla fine sono soli o sono insieme questi due personaggi? Finale perfetto sull’equilibrio degli opposti. Si è sempre soli e sempre insieme allo stesso tempo. Cinema dell’incomunicabilità e dell’alienazione. L’assenza è un modo per richiamare l’attenzione su di sé. Anche Sandro è sparito dal cuscino. Finale ambiguo. Differenza totale tra sguardo femminile e maschile. Femminile  erotico (alimenta il desiderio e lo tiene vivo) Maschile  pornografico (non tollera di coesistere col desiderio e ucciderlo) Claudia è guardata. Sandro non guarda e non è guardato, ma solo nel finale. Anna guarda, ma vuole anche essere guardata. Cinema fortemente meta-linguistico. FEDERICO FELLINI Amarcord (io mi ricordo) Fellini racconta la sua infanzia negli anni ’30 a Rimini. Teatro 5 di Cinecittà. E’ goliardico, gioca. Atmosfera ludica. Perdita dell’innocenza. Felliniano è un aggettivo, un clown che gira triste, città all’alba di una festa successa la sera prima. Fellini dice di essere un bugiardo. Fortissima componente autobiografica. Fellini divaga. Tutto il suo cinema è su 2 poli geografici ben distinti (Rimini e Roma) Rapporto di ambivalenza tra questi due luoghi. Ha il merito anche di aver inserito parole nella lingua italiana (es: paparazzi, vitelloni – sindrome di Peter Pan) La dolce vita La vita è di tipo antifrastico. Amara, acida, spesso disgustosa. Equivalente dell’inferno. Film pessimista. Sguardo molto critico di Fellini. 1960 a Roma è l’anno delle olimpiadi. Anno del Giubileo. Roma caput mundi. Via Veneto. Attrazione, repulsione di Fellini. Fellini fa schizzi per appuntare, anche su come la gente si veste, soprattutto i cappelli delle signore. Fellini dice: “vorrei che il film fosse come una scultura picassiana” Non in maniera realistica però. Marcello Mastroianni. Lascia al personaggio lo stesso nome. Anteprima romana: gelido silenzio. Anteprima milanese: gente sputa addosso a Fellini Tutto stroncano questo film. Film disfattista e pessimista. Fanno delle denunce per sequestrare il film. Ma il film continua a girare. Stampa denigratoria di Fellini con Giulietta Masina, la moglie. Fellini fa girare il suo film e lo presenta personalmente. Sente il calore e partecipazione del pubblico. Totale disaccordo con la stampa. Per 6 mesi fa girare il film. A maggio viene selezionato a Cannes e vince la palma d’oro. Gli stessi giornalisti sostengono “il capolavoro di Fellini”. E’ nominato agli Oscar. Italia è un paese senza memoria e senza vergogna. Inizia da qui la seconda vita del film. Silvia battezza Marcello in una fontana sacra. Unire sacro e profano, la bellezza di Silvia che è il massimo della passionalità e della carne, della biondezza, unito al gesto sacro del battesimo. Lei diventa sacra restando sensuale e sessuale. Lei non diventa statua, rimane carne e viva. Ogni contatto fisico sarebbe sprecare il momento. Lui si lascia andare e entra nella fontana, seguiamo le pulsioni vere. Silvia da oca che si fa suggerire le risposte alla conferenza stampa, diventa una dea nel momento in cui prende il gattino, vuole il latte, gira per una Roma notturna e entra nella fontana come Venere che esce dall’acqua. Silvia dopo aver ricevuto una sberla, esce completamente dal film e dalla vita di Marcello, anche lui picchiato dal ragazzo di Silvia. Marcello vede Stainer e entra anche lui in chiesa. Stainer inizia a suonare l’organo. Stainer intellettuale agnostico. Marcello si rivede molto nel Sandro di “L’avventura”, lui si è venduto al giornalismo, anche se il suo sogno è scrivere un romanzo. Marcello in macchina con Emma e Paparazzo. Lei lo attrae a sé con il cibo. Bambini che hanno visto la Madonna. Tutta la gente accorre per vedere il miracolo. Emma lo segue in ogni movimento con gli occhi e vuole addirittura salire su un’impalcatura di una luce. Emma fa un monologo, chiede alla Madonna che Marcello possa essere suo sempre. Arrivano i bambini, si inginocchiano e così fa tutta la folla. Pregano. C’è un frastuono incessante delle telecamere e delle luci. Inizia a piovere e saltano le luci. I bambini iniziano a girare iniziando a urlare che vedono la madonna, la folla li segue come impazzita. I bambini ridono in silenzio tra loro. La bambina dice al papà di riferire che la Madonna ha detto che se non verrà costruita una chiesa lì, lei non verrà più. Tutti i fedeli fanno e strappano pezzi dall’albero dove era apparsa la Madonna. Marcello cerca Emma per andare a casa. Una calca affolla la strada, ingorgo di macchine che iniziano a suonare il clacson. Una donna inizia a urlare “è morto” un bambino e il giorno dopo si celebra un funerale in quel luogo. Fenomenologia del caos. Fellini non mette schermi/monitor, ma mostra macchina televisiva nel pieno dispiegamento, elemento mediatico che costruisce eventi e che non si limita a raccontarli. Si è accusato Fellini di essere blasfemo. Storpi, paralitici, malati portati lì. La tv costruisce un grande set, palcoscenico vivo con ponteggi, MITO  Edipo re, Medea. Mito e Africa, dimensioni alte da contrapporre al mondo moderno dell’Occidente. Medea e Giasone, lui usa lei per raggiungere il vello d’oro e il potere. Scelte per interpretare Medea  Maria Callas. Lei è primitiva, è barbarica. Lui  giorno, razionalità, legge, potere, modernità. Lei  notte, istinto, sensitività, furia, barbarie. Altrimenti va in Africa a scoprire il terzo mondo. Film di questo periodo “Porcile”. Film emblematico di questa seconda fase è “Teorema”. Ambientato a Milano. Giovane che si insedia in una casa borghese e ha relazioni anche sessuali con tutti e cinque della famiglia. La modernità va avanti. Gli italiani sono tutti omologati. Unificazione linguistica. Non è rimpiangendo i vecchi miti, che si cambi il mondo. Terza fase di Pasolini. TRILOGIA DELLA VITA o QUADRILOGIA DELLA MORTE  Decameron, i racconti di Cantembury, i fiori delle mille e una notte, Salò o le 120 giornate di sodoma (che esce postumo, 2 novembre 1975) I due grandi cadaveri non sepolti sono Aldo Moro (1978) e Pasolini (1975). Formati da novelle. Cultura Italiana, inglese e araba. sceglie le novelle a maggior contenuto sessuale. Lui quando si accorge che anche il suo pensiero è diventato merce abiura alla trilogia della vita. La prima fase è quella neorealista dove mette in scena storie di vita quotidiana con personaggi presi dalla strada, la seconda è quella in cui si rifà alla classicità e al mito l'ultima fase è quella della dicotomia vita/morte LA RICOTTA (1963) Ro go pa grr Rossellini Godard Pasolini Gregoretti La ricotta è un cortometraggio contenuto in un film composto da quattro cortometraggi composti dai quattro registi. Ennesima rappresentazione della passione di Cristo. Viene scritturato Stracci che farà il buon ladrone. Egli rappresenta la fame. Un po’ è bianco e nero e alcune scene a colori. Pasolini viene condannato a 6 mesi per vilipendio della religione italiana. Arcaico, profondo, cattolicesimo. Da marxista non la prendo manco in considerazione. E’ una continua contraddizione. Popolo più analfabeta e ignorante d’Europa. Orson Wells. La poesia viene da una raccolta di Pasolini che si chiama La meglio gioventù. Stracci che dovrebbe fingere di morire sulla croce, muore per davvero per una indigestione di fame. Rapporto realtà / finzione. Confine sottile che le separa. Infondatezza della censura. Stracci non è Cristo, la donna è in campo lunga e non è sensuale, non si masturba. Tecnica dei tableau vivant. Testo di Jacopone Da Todi del Pianto della Madonna. Testo più antico di lingua italiana. Il colore gli serve per indicare una matrice pittorica. Per il resto usa del bianco e nero. Scene anche comiche, usa un cane per dire “azione” come per dire che a Cinecittà c’era molto sperpero e molte persone non servivano, perché il comando del regista viene ripetuto da una decina di persone inutilmente. […] DINO RISI Commedia = integrazione Tragedia = disintegrazione Sono dispositivi narrativi. Commedia  racconto che, sorridendo, ci racconta storie di ingresso in una società costruita. C’è un io, che a poco a poco diventa un noi. (Truffa) Tragedia  da un noi, diventa un io in cui rimane da solo. (Forza, violenza) Integrazione avviene tramite: - Lavoro, identità che ti definisce in una posizione nella società Infiniti modelli di integrazione nella commedia degli anni ’50. Negli anni ’60 succede un po’ l’opposto, gli italiani integrati sono stufi e quindi voglio fuggire dal matrimonio e dal lavoro, vengono percepiti come gabbie da cui evadere. Rovesciamenti dei valori. Disintegrazione sociale, che di solito era raccontato dalla tragedia. Emblema della commedia degli anni ’60  “I mostri” di Dino Risi (1963) I mostri sono gli italiani medi di quegli anni. Film a episodi, 20. Più corto è di venti secondi e il più lungo circa 20 minuti. Primo episodio: L’educazione sentimentale (allude a un celebre romando di Flaubert) Perché le persone ridono del personaggio che fa le corna? Riso di riconoscimento, perché le persone si rivedono nel protagonista Perché se una persona nella vita reale non ride davanti alla parola “vaffanculo”, ma se lo sentiamo dal grande schermo si? Il padre cerca di insegnare al bambino di non rispettare le regole sociali, egoismo. Il padre ritiene che le regole valgono solo per gli altri e le regole non servono e non vanno rispettate se non c’è una guardia. Dino Risi applica un paradosso: il figlio mette veramente in pratica ciò che il padre gli aveva insegnato, lo uccide per rubargli i soldi e arricchirsi. Ritratto dei vizi dell’italiano medio. Innovazioni come il giornale “il giorno” che era appena nato (e identificava gli italiani che volevano sentirsi moderni) e il “super market”. L’oppio dei popoli. Chi è il mostro? Lui, lei, l’altro o la televisione? La tv è un totem, ci fa sentire solo cosa mostra e la mostra mentre la tv annuncia la fine delle trasmissioni, quando la tv smette di essere. L’audio della tv interagisce con l’audio degli amanti. Esempio, colpi di pistola. La scena della vita si mescola. Tognazzi allucinato, occhi e dito che tamburella sulla poltrona. La realtà comincia a morire, sostituita dalla tv. Il testamento di Francesco. Sacerdote che incita alla umiltà, ma dietro le quinte fa il narciso. Italiani che dicono una cosa e ne fanno un’altra. Italiani che non resistono al piacere. Commedia anni ’50 era fluido e continuo Anni ’60 non c’è più una tenuta narrativa di ampio respiro, il bozzetto sostituisce il romanzo. Frammentazione del racconto, apposta perché avviene una frammentazione del sociale. Corpi attoriali: - Alberto Sordi - Vittorio Gassman - Ugo Tognazzi - Nino Manfredi Sordi: Arrogante con i piu deboli, leccaculo con i più forti. Tognazzi: Italiano furbo, di provincia, molto attento all’interesse personale, giocare la truffa agli altri. Manfredi: pessimista, piagnucolone, ma finge di far la vittima. La commedia è delegata al genere maschile, ruoli secondari delle donne. In America invece emblematica è Marylin Monroe, l’oca giuliva, bionda e stupida. Il sorpasso di Dino Risi Si diffonde tantissimo la tv, ma anche la motorizzazione. Mito della velocità. Ferragosto, Roma deserta. Vacanze estive al mare. rifuggire nella messa in scena. Leone sceglie di mettere in mostra i tempi morti e li riempie con vari dettagli. Il visivo è importantissimo, ma spesso è il sonoro che anticipa il visivo. Voluta dilazione del tempo. Mai idea naturalistica del tempo. Sergio Leone salta da un’epoca all’altra. Inquadrature strette sugli occhi. Uso magistrale rumori diegetici. Colonna sonora con Ennio Morricone per rendere riconoscibili i personaggi. Epica: narrazione che racconta le radici di una nazione e di un popolo Western  epica della narrazione americana e in quella storia si riconoscono tutti Gli italiani non hanno un’epica propria. Alcuni dicono alla “commedia all’italiana”, altri “antica Roma” quindi noi non ci sarebbe un patricidio, ma un fratricidio. Non c’è mai stata una vera rivoluzione e non si è mai tagliata la testa al re. Quindi per trovare un’epica, importiamo l’epica del western. Negli anni ’90 entra in scena un giovane attore  Kevin Costner con “Balla coi lupi” e vince 9 Oscar. Cosa c’era non nel western italiano che c’era in quello americano? Non c’è la materia prima di quello americano: non ci sono indiani!! Non c’è neanche la conquista dei pionieri. Corsa verso l’Ovest per conquistare la terra promessa, non c’è più. Viene meno la visione corale del film western. La banca e la chiesa: dollaro e Dio. Devono star lì a presidiare il territorio. Questo non c’è più nel cinema italiano. Terre già completamente conquistate. Resta però il conflitto, terra con solo ambizioni personali: arricchirsi e sopravvivere cinicamente, spietatamente. Mondo senza ideali dove vale la regola del omo ominis lupo. Si spara e si uccide come se nulla fosse. C’era una volta in America (1984) Film degli anni ’60, perfettamente in sintonia con il clima di quel tempo, esce nel decennio di crisi del cinema. Gli italiani, dopo l’avvento della televisione, scalzano il cinema. Negli anni ’80 accade la stessa cosa. Anche ora la tv sta uscendo di testa per via di Internet, ha paura. Leone si trova a fare un film complesso, lunghezza spropositata, continui processi di slalom temporali, almeno 4. Fa continuamente avanti e indietro a zig zag nel tempo. “La vera protagonista del film è la memoria” – Leone. Robert De Niro è il protagonista. Produttore americano molto importante. Crede che gli americani non lo capiscano, quindi monta il film in modo cronologico, quindi il film è privato dell’ 80% del suo fascino e del 90% della sua poesia. I veri eroi sono coloro che perdono, combattendo fino alla fine. Dalla lontananza acustica arriva una musica. Iper realismo della violenza, fatalismo. Letto su cui è stata tracciata la sagoma di una vittima, tradimento, qualcuno sta cercando di vendicarsi di un tradimento. Ma dalla successiva sequenza, qualcosa cambia. Fumeria d’oppio, luogo filmico e di rappresentazione. Lunga sequenza dove squillerà 23 volte un telefono. Flashback di una telefonata a un sergente, in cui denuncia quei tre gangster che avevano brindato a una festa per il funerale del proibizionismo, e che poi rivede morti per strada. Lui è invaso da questo senso di colpa per dimenticare il tradimento che ha compiuto e fuma l’oppio per dimenticare. Tutto questo montato al contrario. I 23 squilli sono il filo connettore di tutta la scena, altrimenti sarebbe difficile capire che questi 3 momenti erano uniti. L’ossessività e il fastidio del telefono servono a legare questi frammenti. Gli squilli li ha ricevuti il sergente, quindi lui se li immagina e basta perché non è lui che riceve la chiamata. Montaggio analogico per dare fluidità e morbidezza da un passaggio temporale all’altro. Dalla lampada della camera alla lampada sulla strada. Questo però potrebbe essere anche un sogno onirico del protagonista. Se tutto questo film fosse un sogno, verrebbe spiegato questo andirivieni temporale che caratterizza la storia. Attacco di montaggio di nuovo analogico sulle chiavi, che erano nascoste nel pendolo, strumento di misurazione del tempo. Con quella chiave va ad impadronirsi del denaro, ma nella borsa ci sono solo dei giornali. Lui decide di prendere il primo biglietto, “il primo che parte” è per Baffalow. De Niro a New York a 30 anni scappa con Morricone in sottofondo che va svanendo, e partono i Beatles con lui che torna a New York che esce dallo stesso luogo in cui era entrato, non c’è più un vecchio bigliettaio con la barba c’è un ragazzetto che affitta macchine. Sul muro c’era una vecchia foto di New York che con la tecnica del tableau vivent si anima. Il corpo di De Niro si presta bene a immedesimarsi totalmente nel film, immergersi nella propria esperienza personale analoghe alla scena che deve mettere in pratica, solo così può veramente interpretare quel personaggio, altrimenti non è credibile. Piano sequenza dell’uomo che era stato trucidato, di nuovo il telefono. Non ci sono ancora stacchi. L’uomo manda via dal suo locale un cliente e chiude. E la telecamera si abbassa per mostrare una cabina telefonica con dentro De Niro. Eterni ritorni. L’uomo apre la porta, De Niro entra, gli rende le chiavi del pendolo. “che hai fatto in tutti questi anni?” – “sono andato a letto presto!” Nuovo salto temporale agli anni ’20. Lui che da vecchio guarda in una fessura dal bagno e gli stessi occhi sono quelli di lui da ragazzo che guarda una bambina che ballava danza classica. C'era una volta in America(1984) film anni 60 perfettamente in sintonia con il clima di quei tempi esce nel decennio della crisi del cinema. Gli italiani dopo la tv non vanno piu al cinema, un po come oggi con internet che sostituisce la tv,di fatto ogni media scalzato da un altro ne soffre molto ma non muore mai,poi si riprende. Crollano gli incassi. Leone crede di non essere capito dagli americani per cui costruisce il film in ordine cronologico e perdere l'80% del suo fascino e il 90% della sua poesia. Eroi della sconfitta,negli eroi perdenti c'è un pizzico di eroismo in più,sanno che perderanno ma accettano cmq il combattimento La memoria è la vera protagonista del film. Il film inizia con una musica,entra una donna in casa e trova nel letto una sagoma di uomo con punti,sparano contro una cornice,dei mafiosi cercano qualcuno,sparano alla donna. Torturano un uomo che gli dice alla fine qualcosa. Lunga sequenza in cui per 23 volte squilla il telefono:sala d'oppio in Cina,c'è Robert de Niro sdraiato che si fa di oppio,gli squilla il telefono ,lui fa un lungo sbuffo e si dissolve la scena nel fuoco del luminno,altra scena in cui spengono un fuoco dei pompieri,piove e ci sono dei morti per terra,poi altra scena in una festa,si ritorna alla sala di oppio,parte un fischio assordante. Gli squilli del telefono non sono diegetici,è un flashback.. lunghissimo squillo perchè a lui pesa tantissimo,lo angoscia, una telefonata che ha fatto alla polizia e ha tradito i tre amici (morti cadaveri per strada) con cui prima aveva festeggiato(la festa) la fine del proibizionismo(così da poter fare la propria attività da mafiosi). Il flashback però è rovesciato nel senso che la nostra mente solitamente considera prima l'effetto e poi la causa. Fuma l'oppio per dimenticare, lunghissima sequenza per rendere l'angoscia emotiva interiore del personaggio. Il flashback inizia con il sonoro,gli squilli,in realtà non è un flashback perchè cmq lui non ha ricevuto la telefonata bensì è il commissariato che la riceva per cui lui immagina.. e poi inizia la parte visiva. Potrebbe essere anche un delirio onirico sotto effetto oppiaceo. Ombre cinesi Noodles è Robert De Niro. Zoom sulle chiavi che staccano la scena,le chiavi erano nascoste nell'orologio , chiave legate al tempo,denaro legato al tempo. Noodles va alla stazione perchè è senza un soldo deve scappare per cui prende un treno "il primo che parte". Slittamento temporale dagli anni 30 agli anni 60,lui che ritorna--> ancora una volta (come in c'era una volta nel west),viene anticipata la sua apparizione dal sonoro (yesterday dei beatles), stesso luogo di stazione ma tutta diverso dopo 30 anni. De Niro è uno dei migliori che riescono effettivamente a immedesimarsi nel "metodo", riesce effettivamente a essere il personaggio. Stanislaski afferma che ognuno di noi nella vita recita una parte che continua a cambiare nel corso di una giornata e solo quando sei sul set sei davvero quello che sei,il personaggio. De Niro è un grande attore,per fare un personaggio ad esempio in "toro scatenato" acquista 40 kg perchè ritiene che devi davvero essere e sentire il personaggio. Oppure per fare un prete in un film che dice la messa in latino lui va a fare lezioni proprio per essere quel prete che fa la messa in latino. Noodles fa un altra telefonata (rima interna) al personaggio iniziale picchiato a terra che ha adesso un bar davanti a questo suo bar in una cabina telefonica. Apre la porta a Noodles,inquadratura del suo viso in mezzo al buio e fumo,come se fosse un fantasma che riappare "i vincenti si riconoscono alla partenza" "che hai fatto in tutti questi anni?- sono andato a letto presto" scatta un altra flashback,anni 20,che racconta l'infanzia dei personaggi--> Noodles guarda attraverso una fessura,inquadratura particolare occhi commossi,dall'altra parte Uscendo dalla casa lei si rende conto che è davvero chiuso. Monologo sulla morte di Paul che prelude il suo discorso con la moglie morte che non riesce a capire il motivo del suo suicidio. Scena finale: tango,non a caso Bertolucci ha scelto questo ballo,molto sensuale ma legato anche al senso della perdita,della nostalgia,dimensione di rimpianto nella cultura argentino,una terra perduta,una terra lontana,un amore finito,ballo a due, in cui i due sono avvinghiati tra di loro ma NON si guardano mai negli occhi. Dimensione liturgica,loro due interrompono l’armonia del tango portando disarmonia,caos, sfere luminose come all’inizio,cristalli,specchi,il ballo. Paul racconta la sua storia al di fuori dell’appartamento e questa è davvero la fine della loro relazione tabu. La musica sovrasta i dialoghi dei personaggi. Jan scappa ,Paul la rincorre,musica extradiegetica che rende questa corsa un ballo scoordinato Voglio sapere il tuo nome “Jan” gli spara.. lui arriva sul balcone come se nulla fosse ,appiccica la gomma che stava mangiando alla ringhiera. In un film costruito su interni ed esterni,interno è il luogo della trasgressione,dell’amore… come far finire il film? Il film finisce in un luogo soglia, sul balcone,un luogo limite. Paul,che non è piu Paul ormai dopo che si rivela diventa un uomo normale senza più fascino,mistero,con la gomma in bocca è quasi volgare,la cravatta slacciata, si mette il cappello del padre di Jan,espressione sguaiata,non ha più alcun fascino, componente edipica in questo rapporto. Sbaglia tutto,sbaglia registro,non comprende la gravità della situazione. “Jan” SBANG: la scena con un inquadratura in primissimo piano non fa capire chi è davvero che ha sparato,la coincidenza dello sparo e il nome di Jan stabilisce la definitiva rottura della loro storia. Sul balcone,pp su di lui, appiccica la cicca, soggettiva di Paul dei tetti di Parigi potrebbe sembrare,ma in realtà è un oggettiva di Bertolucci,come se lui identificasse la propria autorità nella figura di Paul,movimento di macchina che arretra a Paul in posizione fetale,macchina si allontana sempre di più,inquadratura in decadrage ,entra nella scena anche Jan con il dettaglio della mano con la pistola,lei comincia a preparare il monologo da dire poi alla polizia.. “ non so niente,voleva violentarmi,mi ha seguito per strada,è un pazzo,non so il suo nome,non so come si chiami,è uno sconosciuto..” e in effetti è la verità ovviamente in prospettiva diverso rispetto la realtà iniziale. Torna il sax di sottofondo. Cosa rappresenta ultimo tango a Parigi. Film omaggio al cinema della Nuvelle Vague,il regista fidanzato di Jan è la sua rappresentazione. BELLOCCHIO I pugni in tasca La famiglia impresentabile ,la vergogna per la famiglia Come in Rocco e i suoi fratelli anche il nucleo familiare dei Dieci pugni in tasca non sono in grado di aiutare Domande: - Tema famiglia presente nei 6 film: analogie e differenze - Spiegare il titolo e ipotizzare un titolo diverso aspettattive dello spettatore - Finale ,che musica c’è ,in quale altro film c’è stessa musica e che effetto fa nei due finali - Analisi stilistica del finale : inquadrature ,montaggio, stopframe è nel finale, perché? Analisi tematica: Giulia non vuole o non può intervenire? - Fenomenologia di Alex, descriverlo nel carattere e come entra nel campo visivo, come viene inquadrato? Mostro ,malato, vittima , eroe, anti-eroe.. Il pugno in tasca da l’idea della rabbia compressa, frenata, pugni nascosti , carichi ma sono occultati. Film d’esordio,film paradossale. 1965 già apparsi capolavori, ma anche momento di nuovi esordi. Non riesce a trovare i finanziamenti,quindi si appoggia alla famiglia,casa di famiglia,vicino a Bobbio, viene usata come set del film. Il fratello magistrato lo finanzia . Italia in piena corsa alla modernizzazione. Non affronta di petto una tematica speciale,ma tramite alla famiglia vengono inquadrati varie personalità. Giulia,Augusto,Alessandro,Leone e la madre. Ale uccide la madre,buttandola nel burrone. Lucia,fidanzata di Augusto. Giulia e Alessandro bruciano tutto. Augusto e Lucia si sposano. Compleanno di Lucia. Alessandro uccide anche Leone nella vasca. Musica : La traviata,Verdi Ricotta - Pugni inquietudine 10/12/12 La guerra e il sogno di Momi Tecnica del passo uno Movimento dei pupazzi ripresi fotogramma per fotogramma,segmentazione del movimento,risultato scattoso non fluido 1917 Giovanni Pastrone Film di un vecchio che legge una lettera al fronte di suo figlio al nipote,il ragazzo sogna il padre che guida un esercito di soldatini 1920 è realizzato da Giovanni Bottini “la cura contro il raffreddore”,fluidità della ripresa. Guido Presepi,autore di diversi cortometraggi anche pubblicitari,ha lavorato per il regima fascista,ha iniziato “una vita di Mussolini” che però rimase incompleta (tentativo ancora di animare fluidamente) 1925. In questi anni difficoltà ad usare appunto una ripresa di movimento fluida,non c’erano le macchine necessarie,tecnologie,mentre in Europa era ormai avanzato. Molto spesso c’era dunque una importazione dall’esterno soprattutto dalla Francia. Cinema dipinto, tecnica sperimentale che lavora sul principio del passo uno quindi della segmentazione ma che non usa la macchina da presa. Risultato ben diversoà cinema dipinto ripreso moltissimo negli anni 60-70 in America,in italia dagli anni 40 con Veronese,cinema d’avanguardia,individuato appunto a partire dall’Italia. Primi anni del 900,anni 10,Ginna e Corra che lavorano a fianco di Marinetti,futuristi,facevano questi tipi di dipinti su pellicola,origine di questo cinema d’avanguardia. I film non sono sopravvissuti a seguito di bombardamenti a Milano,non è rimasto nulla del cinema futurista se non delle testimonianze orali. Utilizzo dei colori, le pellicole erano in bianco e nero e poi venivano colorate con dei pennelli o impregnandole in delle sostanze Anni del regime e l’influenza Disney: primi 30 anni del regime vedono l’Italia tra le prime nelle tecniche di pittura sulla pellicola,per cui le tecniche più semplici, mentre nell’animazione aveva comunque difficoltà. 1929 Carlo Cossio emigra in Francia dove gira dei pupazzi animati,tecnica mista tra riprese dal vero e animazione appunto dei pupazzi(c’è un bimbo che si sta per addormentare e immagine questo piccolo pupazzo che prende vita) Attalo, anche lui si scontra con il problema della fluidità,lui stesso dichiara di non aver capito come è possibile avere questo movimento fluido che ad esempio riesce a creare la Disney. Upgrade tecnico a partire dagli anni 30: camera multistrato/multiplaying camera Lotte Reiniger- The Adventures of Prince Achmed 1926: a strati verticali di lucidi (hanno diversa proporzione spaziale ) che determinano delle basi disegnate,primo uso della multiplaying camera,venivano tagliate delle figure di carta con gli arti mobili su basi e venivano riprese le figure e i movimenti dall’alto, è la tecnica da cui parte poi la Disney che viene usata per la prima volta nel 1937 con Biancaneve. Italia anni 20: cinematografia subisce una crisi,una ripresa si ha con il cinema sonoro negli anni 30,tendenza di crisi si inverte,primo esempio di cartone degno di nota è di Liberio Pensuti “il dottor Churkill” si mischia il tema della propaganda(il fascismo investe negli animatori per realizzare sigle,pubblicità,cortometraggi per essere visti dal pubblico),propaganda antinglese,1942. Churcill è trasformato in un mostro , propaganda anticapitalista,costruzione della figura inglese come colonialista che ruba agli altri,avidità,cupidigia. “i fratelli dinamite” 1949 di Nino e Toni Pagot tecnica molto migliorata “La rosa di Bagdad” 1949 Romano Scarpa 1951 “la piccola fiammiferaia”, Scarpa è quello che sta dietro a tutte le storie di topolino di Disney Era del Carosello,importantissimo: crea la possibilità di dar lavoro ai pubblicitari cosi da poter creare i propri cortometraggi,sviluppo di teciche. Trasmissione rai per 20 anni ogni sera,le sole interruzioni solo nei casi di morte di personaggi importanti,dal 57 al 77. Serie di filmati di sketch comici,teatro leggero con intermezzi
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