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L'opera di Rabelais e la cultura popolare - Bachtin, Sintesi del corso di Letteratura Russa

Schemi riassuntivi rielaborati delle lezioni sui primi due capitoli de "L'opera di Rabelais e la cultura popolare" di Michail Bachtin. (Introduzione e Capitolo I)

Tipologia: Sintesi del corso

2013/2014

In vendita dal 18/01/2014

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Scarica L'opera di Rabelais e la cultura popolare - Bachtin e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! INTRODUZIONE Rabelais è stato definito il Voltaire del XVI secolo e accostato a geni del calibro di Shakespeare, oltre che un grande scrittore egli è considerato anche un profeta, soprattutto per via del carattere democratico della sua scrittura che è stata definita “non letteraria” in quanto scavalca tutti i canoni della letteratura tradizionale. Per analizzare la sua opera bisogna scoprire le radici della comicità popolare del Medioevo, la quale si opponeva alla cultura ufficiale e al tono serioso di Chiesa e mondo feudale.  DIVERTIMENTI DI TIPO CARNEVALESCO: in quell’epoca tutte le cerimonie religiose avevano una controparte comica consacrata dalla tradizione che parodiava tutti gli aspetti del cerimoniale, questa aveva un carattere non ufficiale che edificava un secondo mondo accanto a quello reale. In antichità l’aspetto del riso era ugualmente sacro, solo con la creazione di un ordinamento statale questo è stato relegato in ambito non ufficiale e gli è stato affidato il compito di rompere ogni rigido dogmatismo. Il carnevale si pone fra l’arte e la vita, non distingue tra attori e spettatori, è impossibile sfuggirvi poiché ha carattere universale. La vita stessa recita e celebra la propria rinascita su principi migliori, spesso questo è legato a periodi di crisi o di svolta (morte, nascita, rinnovamento). La festa ufficiale convalida la propria stabilità e immutabilità ed è il trionfo della verità già data, il carnevale è invece il trionfo della libertà temporanea dalla verità dominante. In esso si assiste all’abolizione dei ruoli gerarchici e si crea uno speciale tipo di comunicazione aperta e schietta, viene assunta una coscienza della gioiosa relatività delle verità dominanti. Il rito carnevalesco attua il rovesciamento del mondo, è contraddistinto dal riso del popolo intero, è universale ed ambivalente (scoppia di allegria ed è contemporaneamente beffardo), è diretto contro le stesse persone che ridono (l’autore satirico si pone invece all’esterno dell’oggetto deriso).  OPERE COMICHE VERBALI: molto diffusa è la letteratura latina parodica dei riti della Chiesa, si sviluppa nel Medioevo una parodia sacra e vengono composti testamenti ed epitaffi parodici. Esistono anche romanzi cavallereschi parodici.  LINGUAGGIO FAMIGLIARE DI PIAZZA: il contatto tra individui liberi e l’eliminazione temporanea delle barriere gerarchiche fanno nascere un nuovo tipo di linguaggio, i nomi si trasformano in nomignoli e le frasi ingiuriose sono utilizzate in senso affettuoso. Il linguaggio è caratterizzato dall’uso frequente di imprecazioni, bestemmie e spergiuri che, eliminati dalla sfera ufficiale, sono stati trasferiti nell’ambito del linguaggio famigliare di piazza, una riserva in cui si accumulano i fenomeni verbali vietati. Nell’opera di Rabelais ha predominanza il principio materiale e corporeo della vita tramite una riabilitazione della carne, si viene così a definire un realismo grottesco. Questo elemento assume una valenza positiva ed è inteso come universale e proprio di tutto il popolo, tramite l’esagerazione e l’iperbole. Il realismo grottesco si distingue per via dell’abbassamento di tutto ciò che è alto e spirituale sul piano corporeo, il riso giunge quindi per abbassare e materializzare. L’abbassamento è proprio inteso in senso topografico (dal cielo alla terra, dalla testa agli organi genitali), esso simboleggia una nuova nascita e ha un valore ambivalente di distruzione e rigenerazione. In Cervantes questo si può individuare nel ventre di Sancio e nei mulini a vento, ma questo basso è già degenerato e si presenta come un freno per le tensioni ideali; si è perso il gioioso senso rigenerante del grottesco. IL GROTTESCO Il rapporto con il tempo e il divenire è un tratto fondamentale dell’immagine grottesca, nel suo stato arcaico esso è rappresentato come una semplice sovrapposizione tra inizio e fine (nascita e morte) come si può notare dalle statuette di terracotta di Kerc in cui sono raffigurate anziane gravide che ridono (la morte gravida). L’accento viene messo sulle parti del corpo in cui esso è aperto al mondo (orifizi) o in cui tende verso esso (sporgenze), si tende anche a fondere due corpi in uno solo la cui età è sempre vicina alla nascita o alla morte, esso non ha confini ed è mescolato con il mondo circostante. Nelle imprecazioni si conservano tracce di questa concezione grottesca del corpo e all’epoca di Rabelais esse conservano ancora il polo positivo e rigeneratore. L’immagine grottesca non ha canoni di bellezza in base ai quali essere giudicata, essa è anticanonica per natura.  Si nota l’evidente contrasto con l’antichità classica in cui il corpo è rigidamente determinato e isolato, la sua età si discosta dagli estremi della vita. Anche in quest’epoca però il grottesco non scompare del tutto, ma viene relegato in campi inferiori e non ufficiali. Nella tarda antichità la scoperta di pitture realistiche e grottesche nelle terme di Tito impressionò i contemporanei, nacque così il termine grottesco per indicare qualcosa che rappresentasse l’eterna incompiutezza dell’esistenza e la libertà e leggerezza di rappresentazione.  Nei secoli XVII e XVIII si assiste ad un impoverimento delle forme rituali carnevalesche per via di una crescente statalizzazione delle vita di festa, il grottesco degenera e si assiste ad una sua formalizzazione, il termine si sdoppia in arabesco (ornamentale) e burlesco (letterario). In Germania scoppia la contesa sulla presenza di Arlecchino nelle opere serie, Flogel fa derivare il grottesco da tutto ciò che esula le regole estetiche comuni, ma ne diminuisce l’entità.  In epoca romantica il grottesco assume la forma del romanzo gotico e si discosta dalla tradizione popolare carnevalesca, diventando un grottesco da camera. Il riso è ridotto e prende la forma di ironia e sarcasmo, viene celebrata la sua forza liberatrice ma non quella rigeneratrice. Ciò che è spaventoso è rappresentato come estraneo all’uomo mentre nel Medioevo veniva ridotto a spauracchio comico, dietro alla maschera ora si cela un vuoto terribile, il niente. Il diavolo non è più gioioso ma malinconico e tragico, le marionette esprimono l’idea di una forza estranea che domina l’uomo. Jean Paul considera il grottesco come humor distruttivo ridicolizzante il mondo intero, Hugo gli affida il compito di mezzo di contrasto per l’esaltazione del sublime.  Nel XX secolo il grottesco diventa modernista, Kayser sottolinea l’elemento di estraneità del grottesco paragonandolo al mondo delle favole, in realtà il grottesco rivela la possibilità di un mondo diverso e di un ritorno dell’età dell’oro di Saturno. Egli non lascia spazio al principio materiale e corporeo, interpreta il grottesco come espressione di un es inumano che governa il mondo, in realtà il grottesco demistifica questo es e distrugge la serietà di tutte le certezze del tempo. Nel grottesco la morte non è negativa ma condizione necessaria per il rinnovamento della vita, le immagini di morti gioiose hanno un ruolo importante in Rabelais.  Nello stesso periodo il grottesco diventa realista e statico, il suo polo positivo e dinamico scompare; esso si cristallizza nelle immagini caratteristiche e nei tipi professionali subentrando nel realismo borghese.
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