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Introduzione all'economia politica, Sintesi del corso di Economia Politica

Appunti rielaborati di economia delle lezioni sui capitoli: 3,4,5,6,7,8,9 del libro Introduzione all'economia politica di Samuel Bowles Richard Edwards Frank Roosvelt.

Tipologia: Sintesi del corso

2012/2013

In vendita dal 21/04/2013

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Scarica Introduzione all'economia politica e più Sintesi del corso in PDF di Economia Politica solo su Docsity! CAPITOLO 3 Aspetto tridimensionale dell’economia Le complesse relazioni dell’economia capitalista sono studiate considerando tre fondamentali dimensioni che sono: 1) CONCORRENZA che rappresenta la dimensione orizzontale dell’economia, e si riferisce agli aspetti delle relazioni economiche in cui predominano gli scambi e le scelte volontarie tra un vasto numero di possibili compratori. 2) CONTROLLO che rappresenta la dimensione verticale dell’economia, e si riferisce agli aspetti delle relazioni economiche in cui il potere gioca un ruolo preponderante. 3) CAMBIAMENTO che è la terza dimensione e si riferisce all’evoluzione storica degli individui e dei sistemi economici. Economia neoclassica o tradizionale Pone l’accento particolarmente l’aspetto orizzontale dei mercati, mettendo in risalto dunque la concorrenza e lo scambio volontario. Illustra in primo luogo il funzionamento dei mercati e dei sistemi di mercato e dei sistemi di mercato, ma tratta in particolar modo dei mercati concorrenziali quelli cioè ci sono molti compratori e venditori. Nell’ec. Neoclassica, quando si studia una transazione di mercato, tutti i suoi aspetti sono definiti da una CONTRATTO. Il contratto rappresenta un accordo scritto o non scritto che “vincola” due o più parti a intraprendere certe azioni come onorare un pagamento, e fornire beni o servizi. Il contratto può essere: 1) COMPLETO quando specifica in modo dettagliato, nei modi previste dalla legge, tutto ciò che ciascuna parte è obbligata a fare in virtù di quel contratto. 2) INCOMPLETO è un semplice accordo tra due o più parti che tralasciano alcuni aspetti di uno scambio e impone a una o entrambe le parti elevati costi di applicazione CAPITOLO 4 Economia politica: passato e presente ADAM SMITH Padre di quella disciplina che si occupa dell’analisi del meccanismo dei mercati, viene ricordato come il profeta del capitalismo. Una delle sue più famose teorie è quella del LAISSEZ – FAIRE che rappresenta un approccio alla politica economica che prevede per il governo un ruolo molto limitato al livello economico. Secondo questa teoria il governo deve occuparsi esclusivamente della difesa nazionale, e nell’applicazione di leggi e contratti. IDEE: 1 1) NESSUNO E’ AUTOSUFFICIENTE. “specializzazione e divisione del lavoro” La sopravvivenza di ciascuno richiede una molteplicità di beni e servizi prodotti da altri. Smith concentra la sua attenzione sulla divisione del lavoro, cioè che in tutti i sistemi economici ogni individuo è impegnato nella produzione di beni diversi, che sono indispensabili per la popolazione, e che ogni individuo che ne fa parte, è economicamente indipendente dagli altri. 2) DIRITTI, PROPRIETA’ E CONCORRENZA. Sosteneva che il buon andamento di un sistema di mercato, sarebbe riuscito solo a due condizioni: si dovevano stabilire in modo preciso i diritti di proprietà e tra gli attori economici doveva esserci la concorrenza per evitare che i mercati fossero monopolizzati. 3) EGOISMO E BENEFICIO. Secondo Smith il perseguimento dell’interesse personale, in presenza di giuste condizioni, porta benefici a tutto cioè: un sistema di mercati concorrenziali trasforma le azioni egoistiche degli attori economici in benefici per tutta la società. Smith viene anche ricordato per essere stato l’ideatore della teoria della “mano invisibile”: il perseguimento dell’interesse personale, nelle interazioni di mercato concorrenziale, produce effetti benefici per la società attraverso la mano invisibile. KARL MARX. Criticava fortemente il capitalismo, e riformulò la teoria dell’economia classica, fornendo un approccio tridimensionale dell’economia politica: CONCORRENZA CONTROLLO CAMBIAMENTO. 1) CONTROLLO: (Situazioni di scambio, conflitti e benefici, classi sociali e potere) Da ogni interesse economico provengono sia il conflitto sia l’armonia. Notò che però in tutti gli scambi si producevano gli stessi benefici, ma erano le situazioni di scambio che influenzavano gli esiti dei commerci. L’esercizio del potere, della coercizione della forza dunque del controllo, è un fattore di grande significatività in gran parte dei sistemi economici. 2) CONCORRENZA. Notò anche che c’erano delle differenze di potere in un'economia capitalista, dovute al fatto che, alcuni individui possiedono alcuni beni, mentre altri ne possedevano altri. Tali differenze influenzano le 2 Infine dice che l’uomo agendo egoisticamente, opera anche con solidarietà e preoccupazione per gli altri individui involontariamente. CAPITOLO 5. IL SURPLUS DI PRODUZIONE, CONFLITTO E CAMBIAMENTO. Il surplus di produzione. E’ quella parte dell’output totale, di un’economia, in eccesso rispetto a ciò che è necessario per riprodurre e reintegrare il lavoro, le attrezzature, i materiali e altri input utilizzati o esauriti nel processo produttivo. Importante strumento di analisi per il funzionamento di una società, e non solo, anche la sua realizzazione assume una notevole rilevanza. Sull’aspetto tridimensionale dell’economia possiamo analizzare il surplus di produzione : CONTROLLO: i lavoratori sono spinti ad accontentarsi meno nella loro produzione totale in modo che si generi un surplus di produzione. CONCORRENZA: il surplus di produzione è fortemente influenzato dai rapporti concorrenziali tra soggetti dello stesso ambiente. CAMBIAMENTO: Il surplus è in grado di farci determinare se una certa società si trova in fase stazionaria o di evoluzione. Interdipendenza economica, produzione e riproduzione. In ogni società gli individui sono economicamente indipendenti, infatti, quando gli individui collaborano, riescono a produrre di più che da soli. Dunque, ogni individuo dipende da un altro, proprio per questo si parla di interdipendenza. Ogni società indipendentemente dalla sua organizzazione deve affrontare due problemi: 1) COME ORGANIZZARE LE ATTIVITA’ INTERDIPENDENTI DEGLI INDIVIDUI. L’interdipendenza economica si manifesta in due modi: - Relazioni orizzontali  Divisione del lavoro (Smith) Gli individui non producono tutto ciò di cui necessitano, ma una piccola parte. Il resto sarà prodotto da altri individui. Dunque, ognuno produce un bene diverso e in caso di eccesso si verificano gli scambi. - Relazioni verticali  il controllo (Marx) Il processo produttivo è soggetto a controlli. Si stabilisce quindi una relazione di controllo tra datore e lavoratori. 2) LA DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI. 5 La produzione. Ogni produzione umana presuppone un processo lavorativo, cioè un'attività finalizzata alla produzione. Ogni processo lavorativo ha bisogno di un INPUT e di un OUTPUT e il rapporto tra questi due elementi rappresenta la TECNOLOGIA. Quando c’è un cambiamento tra input e output che consenta di ottenere una qualsiasi quantità di output con un uso inferiore di un input, si ha un PROGRESSO TECNOLOGICO. Quindi, l’economia è un insieme di processi lavorativi, la quale genere due tipi do output: 1) BENI E SERVIZI  SETTORE PRODUTTIVO 2) INDIVIDUI  SETTORE RIPRODUTTIVO Questi due settori sono fortemente collegati tra di loro perché nel processo produttivo di beni e servizi, si ha bisogno di individui i quali, per il loro sostentamento necessitano di beni o servizi. Dunque, tra i due settori c’è un continuo scambio di input ed output. Input materiali (macchine) Output materiali vecchi Input natura Output non utilizzati input lavoro input beni o servizi Persone che non lavorano Input natura Persone che riproducono Persone Surplus di produzione. In un determinato anno ogni società produce una certa quantità di beni e servizi. Questa quantità rappresenta la PRODUZIONE TOTALE divisa in: 1) Produzione indispensabile 2) Surplus di produzione Quindi : 6 PRODUZION RIPRODUZIO PT= PI+SP quindi E’ tutto ciò che occorre per mantenere ad un dato livello SP= PT-PI gli input nel processo lavorativo cosi che la produzione Possa essere mandata avanti nel successivo periodo. La produzione indispensabile è allora: PI= Consumo dei produttori + Svalutazione dei + sostituzione dei In base al loro standard beni capitali materiali esauriti Di vita Per misurare l’output possiamo utilizzare anche la PRODUZIONE NETTA (PN). PN= Produzione Totale - materiali e bani capitali esauriti nella produzione dell’output. Un’economia è in grado di generare surplus solo se produce oltre il necessario per sostenere i produttori, rimpiazzare attrezzature e materiali esauriti nel processo lavorativo. Se così non fosse avremmo che PT=PI. Il surplus di produzione è molto importante perché consente la crescita e il cambiamento economico. Una parte del surplus può essere utilizzata per migliorare o accrescere i beni capitali aumentando la futura produzione e diminuendo il futuro lavoro. Se il surplus è utilizzato per incrementare la produttività si parla di INVESTIMENTO il quale favorisce lo sviluppo produttivo, e l’innalzamento dello standard di vita dei lavoratori senza ridurre quello della classe dirigente. CAPITOLO 7 CONCORRENZA E COORDINAMENTO, LA MANO INVISIBILE. I mercati Forniscono a imprese e individui un modo per organizzare alcuni aspetti della loro interdipendenza. Infatti: 1) INCENTIVANO premiando il successo e punendo il fallimento 2) INFORMANO attraverso i prezzi, sulla scarsità dei beni o servizi. 3) COORDINANO l’economia in modo vantaggioso. Coordinamento Le caste gli usi la pianificazione, le tasse ecc. Sono tutti metodi per determinare cosa sarà prodotto da chi e per chi. Sono tutti metodi 7 Il fallimento del coordinamento si riferisce a qualunque situazione in cui il comportamento egoistico degli individui genera un esito meno vantaggioso di quello che si otterrebbe con un comportamento cooperativo e meglio coordinato. Il fallimento del mercato invece si riferisce al mal funzionamento del mercato. Si ha un fallimento di mercato, quando, le interazioni spontanee tra venditori e compratori presenti sul mercato, e che perseguono ognuno i propri obiettivi, determinano esiti complessivamente nocivi. Il motivo per cui i mercati falliscono, spesso può essere individuato nel fatto che i prezzi non misurano in modo adeguato la scarsità dei beni. Ciò significa che spesso c’è un certo disaccordo tra i costi che sono : 1- PRIVATI quelli sostenuti da chi utilizza beni e servizi 2- SOCIALI quelli sostenuti da tutti i membri di una società. Nel momento in cui questi due costi divergono, gli economisti dicono che si verifica un’esternalità, poiché individui o gruppi esterni ne subiscono gli effetti che possono essere : 1- POSITIVI se gli effetti esterni alle transazioni saranno positivi per gli individui. (ECONOMIE ESTERNE) 2- NEGATIVI se gli effetti esterni alle transazioni impongono costi agli individui. (DISECONOMIE ESTERNE) CAPITOLO 8. SALARIO E LAVORO. Impresa capitalista come economia di comando. Nel mercato avvengono continui scambi tra merci e denaro. All’interno dell’impresa invece, non avvengono scambi, ma gli individui che ne fanno parte, interagiscono tra di loro. Tali interazioni hanno la forma di relazioni di controllo cioè ci sono individui che ordinano e altri che ricevono. Perciò l’impresa capitalista può essere intesa come un’economia di comando. Un aspetto fondamentale dell’impresa capitalista consiste nell’affermare che essa sia un’organizzazione sociale di produzione in cui, alcune persone cercano di far si che altre svolgano il lavoro. Conflitto tra lavoratori e datori di lavoro I lavoratori i datori di lavoro nel processo produttivo assumono posizioni differenti. I loro interessi sono diversi, e questo è il motivo che causa il loro continuo conflitto. Fondamentalmente i lavoratori vorrebbero che: 10 1- e lo sforzo lavorativo per ogni ora di lavoro non sia eccessivamente alto e; 2- w il salario orario sia il più alto possibile. Mentre lo scopo principale del datore di lavoro è quello di massimizzare i profitti dell’impresa. Secondo il concetto di MARKUP PRICING (prezzatura di rivendita) il prezzo di un’unità di output è uguale a: PREZZO DI COSTO DEI MATERIALI COSTO DEL LAVORO PROFITTO PER UN’UNITA’ = PIU USURA MACCHINARI + PER UNITA’ DI + UNITA’ DI DI OUTPUT PER UNITA’DI OUTPUT OUTPUT OUTPUT Pz=¿ Pm×m z +w z + r ×k z In questa equazione w/z rappresenta il costo del lavoro per unità d’input. Indicato anche con la sigla ulc, rappresenta la retribuzione che deve essere pagata al lavoratore per ogni output prodotto. Ulc = w z = w e× f dove: [ e=intensità di lavoro f=efficienzadel lavoro] Il conflitto tra lavoratore e datore di lavoro sta nel fatto che, mentre i lavoratori vorrebbero un salario più alto, con una poca intensità di lavoro, i datori di lavoro, vorrebbero l’esatto contrario. La misura di w ed e derivano dal potere contrattuale. Infatti, se i lavoratori sono rappresentati da un sindacato, la contrattazione riguardante il salario, e l’intensità del lavoro, avviene proprio tra i sindacati e i datori di lavoro. Si sta parlando di una CONTRATTAZIONE COLLETTIVA. La disciplina sul lavoro. Solitamente in un contratto di lavoro, sono specificate tre variabili: 1- il salario 2- le ore di lavoro 11 3- il diritto del datore a dirigere l’attività lavorativa durante le ore di lavoro Mentre le prime due variabili nel contratto sono specificate in modo particolare e dettagliato, la terza non va a specificare lo sforzo che sarà profuso al lavoratore. Il datore di lavoro acquista sul mercato del lavoro il tempo di lavoro dato dalle ore impegnate nell’attività lavorativa. Il tempo di lavoro non misura il lavoro che viene svolto, perché lo sforzo lavorativo può variare. In conclusione il datore di lavoro deve essere in grado di ESTRARRE IL LAVORO. Estrazione del lavoro è il processo tramite il quale un datore di lavoro trasforma il tempo di lavoro in lavoro produttivo. È quindi una vera e propria forma di estrazione piuttosto che di scambio, perché avviene in condizioni differenti da quelle di un mercato. Il datore di lavoro per controllare il processo di estrazione del lavoro, e i suoi lavoratori, organizza il processo in maniera gerarchica. L’esistenza di relazioni gerarchiche per garantire la trasformazione d’input in output è necessaria per uno dei soli fattori produttivi : il lavoro I contratti Come detto in precedenza tre sono le fondamentali variabili di un contratto. Si possono distinguere poi diverse forme di contratto, e sono: 1- CONTRATTO DI LAVORO INCOMPLETO. È quel contratto tra datore e lavoratore che specifica il salario, ma non in dettaglio i compiti che il lavoratore dovrà svolgere o la quantità di impegno richiesta. 2- CONTRATTO CHE SPECIFICA IL LAVORO DA SVOLGERE. È un accordo tra datore e lavoratore che specifica la retribuzione per l’attività svolta invece che per il tempo di lavoro. 3- LAVORO A COTTIMO. Non prevede un contratto, il lavoratore è semplicemente pagato per unità di output prodotti, invece che per il tempo di lavoro. Tra questi tre tipi di contratto il più frequente è il primo, per il suo carattere molto essenziale. Infatti se dovessimo stipulare un contratto del secondo tipo risulterebbe un lavoro lungo e costoso. Per quanto riguarda il lavoro a cottimo è un problema perché non è applicabile a tutti i processi lavorativi, ma solo ad alcuni che sono rari. 12 Salario w Costo unitario Del lavoro vcl Vlc minimo w w* salario w CAPITOLO 9 TECNOLOGIA CONTROLLO E CONFLITTO SUL LUOGO DI LAVORO. Organizzazione sociale del luogo di lavoro. I datori di lavoro cercano di organizzare i luoghi di lavoro in modo da realizzare i più alti tassi di profitto. Per fare ciò possono essere applicate diverse strategie: 1- SERRATA è una strategia, secondo la quale il datore di lavoro, ferma la produzione, e chiude fuori dall’impianto i lavoratori, per costringerli ad accettare le condizioni imposte in merito al salario, ritmo di lavoro ecc. Dunque i lavoratori pur di non restare senza lavoro, accetteranno le condizioni imposte dal datore di lavoro. 2- AZIENDA IN FUGA l’imprenditore può minacciare i lavoratori che trasferirà la sua impresa in un luogo dove i lavoratori saranno più accondiscendenti, e dove i sindacati sono deboli o addirittura vietati. “l’azienda in fuga” spaventa i lavoratori al pensiero di restare senza un impiego, e ciò li induce ad accettare le condizioni imposte dal datore. 3- IMPIANTI PARALLELI una grande impresa può avere impianti di lavoro collocati in luoghi diversi, spesso regioni o addirittura paesi. In questi casi il datore di lavoro poi dire ai lavoratori di un impianto che se non accetteranno le sue condizioni, sposterà la produzione nell’altro impianto. A meno che i 15 lavoratori di entrambi gli impianti non interagiscano tra di loro si ritroveranno in una situazione contrattuale debole. Oltre ad utilizzare queste tre strategie, i poteri del datore di lavoro sono rafforzati anche dall’organizzazione sociale del lavoro. In genere l’organizzazione sociale di un’impresa è di tipo GERARCHICO. Quando si parla di gerarchia, s’intende un’organizzazione del potere dove i superiori hanno controllo sui subordinati. Il datore procede anche con un’organizzazione sociale del processo produttivo detta SISTEMA DI CONTROLLO. Quest’ultima è una modalità messa in atto dal datore di lavoro per gestire il luogo di lavoro in modo da facilitare l’estrazione del lavoro. Distinguiamo fondamentalmente tre forme di controllo che sono strategie utilizzate dagli imprenditori al fine di ottenere un basso costo unitario del lavoro. 1- CONTROLLO SEMPLICE consiste nel pagare i salari con una cifra il più basso possibile appena sopra il salario minimo w e istruire i superiori in modo da incitare i lavoratori a impegnarsi. Questo è un sistema di controllo concentrato sulla gestione personale da parte dei dirigenti , sui premi e sanzioni sul luogo di lavoro, al fine di mantenere il ritmo lavorativo. 2- CONTROLLO TECNICO consiste nell’incrementare lo sforzo lavorativo “e” non con la costante presenza dei superiori, ma con un accelerato ritmo dei macchinari impiegati nella produzione. Quindi sono i macchinari ad incitare i lavoratori. Il ritmo di lavoro è incorporato nei macchinari. 3- CONTROLLO BUROCRATICO in un’impresa burocratica, il datore di lavoro paga il lavoratore con un salario “w” molto alto, e non solo. Infatti il salario viene aumentato con l’aumentare degli anni che il singolo lavoratore impiega nell’impresa. L’aumento progressivo del salario, genera la diminuzione del costo unitario del lavoro, se e solo se, si verifica un aumento ancor più pronunciato dello sforzo lavorativo. Questo sistema se attivo consente a ogni singolo lavoratore di poter accedere ogni anno a un nuovo gradino della scala gerarchica. Aumentando di gradino, aumenta il salario. Tecnologia e processo produttivo. Una tecnologia è una relazione tra input e output di un certo processo produttivo. Il cambiamento tecnologico è un cambiamento nei rapporti tra input e output, e può aumentare il tasso di profitto riducendo il costo unitario del lavoro. In particolare può incrementare l’efficienza del lavoro “f”, aumentare l’intensità di lavoro “e” e ridurre i salari. Alcune tecnologie esistenti possono 16 porre dei limiti all’organizzazione sociale dei luoghi di lavoro, ma spesso molte modalità di organizzazione risultano incompatibili con la tecnologia esistente. Il conflitto sul luogo di lavoro, e il cambiamento tecnologico. Il luogo di lavoro, unito all’organizzazione sociale e tecnologica, rappresenta il teatro principale del conflitto tra lavoratore e datore di lavoro. Ogni parte utilizza strumenti diversi per difendere e promuovere i propri interessi, impiegando diverse tipologie di potere. A determinare il teatro di battaglia sono sempre i datori di lavoro perché sono loro i possessori dei beni capitali, e hanno il potere di assumere o licenziare i lavoratori. Dunque il lavoratore può scegliere se abbandonare il terreno di battaglia licenziandosi, o decidere di scioperare. Inoltre i datori di lavoro hanno anche il potere di avviare o cambiare una società, in tal caso i lavoratori non possono fare altro che difendere i loro interessi. Il cambiamento tecnologico può influenzare sui lavoratori in tre modi: 1- Un cambiamento tecnologico che genera un aumento dell’efficienza del lavoro “f” può ridurre il costo unitario del lavoro, senza implicare che i lavoratori si sforzino di più, o siano pagati meno. Quindi quando interviene questo tipo di cambiamento tecnologico, non sorge un conflitto tra datore e lavoratore, a meno che i lavoratori non siano sottopagati e quindi pretendano un salario maggiore. 2- Il cambiamento tecnologico può permettere ai datori di introdurre un sistema per velocizzare la produzione. Il datore di lavoro puta ad accelerare l’intensità di lavoro “e” e a ridurre i costi del lavoro unitario. 3- Il datore di lavoro è in grado di controllare in modo più efficiente i lavoratori attraverso la STANDARDIZZAZIONE Il cambiamento tecnologico consente al datore di lavoro di assumere meno lavoratori specializzati, i quali devono essere pagati di più, e assumere lavoratori non specializzati che pagherà meno. Questo processo è chiamato standardizzazione per il cambio dei lavoratori da quelli specializzati a quelli comuni. Il modo più comune di standardizzazione è: LA SEPARAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DELL’ESECUZIONE. I lavoratori comuni nel processo produttivo seguono un testo scritto che illustra il metodo di produzione di un determinato 17 Dal punto di vista di A sarà sempre più vantaggioso scegliere basso perché i payoff risultano migliori rispetto a quelli che otterrebbe nella scelta di alto. Dal punto di vista di B sarà sempre più vantaggioso scegliere sinistra per lo stesso motivo del giocatore A. Quindi la strategia di equilibrio per A è basso, per B è sinistra. Questo è un semplice esempio di strategia dominante , ovvero ogni giocatore dispone di una scelta strategica ottima per ogni giocatore. Queste scelte dominano sulle scelte alternative , quindi c’è un equilibrio con strategie dominanti. ESEMPIO GIOCATORE B GIOCATORE A a Dato che A non coopera se B non coopera perché 3>2, affinché A abbia una strategia dominante occorre che non cooperi anche quando B coopera. Deve dunque essere: 2+x>5  x>3 Analogamente dato che B non coopera quando A coopera poiché 7>5, affinchè B abbia una strategia dominante occorre che non cooperi anche quando A non coopera. Deve dunque essere: 2+y<3  y<1 b Affinchè non ci siano equilibri di nash non dovranno verificarsi le strategie esposte nel punto a per esempio x<3 e y>1 Equilibrio di Nash. Si dirà che una coppia di strategie è in equilibrio di Nash se, la scelta di A è ottima, data la scelta di B, e che la scelta di B è ottima data la scelta di A. Però nessuno dei due giocatori, nel momento in cui faranno la loro scelta, sono a conoscenza di ciò che farà l’altro. 20 COOPER ARE NON COOPER ARE COOPER ARE 5,5 2,7 NON COOPER ARE 2+X,2 +Y 3,3 Quindi in questo equilibrio ogni giocatore sceglierà la strategia che gli consentirà di ottenere il più alto payoff. GIOCATORE B GIOCATORE A In questa matrice di payoff sono evidenziati ben due equilibri di Nash. Equilibrio di Nash e Pareto efficiente= mano invisibile. L'ottimo paretiano o efficienza paretiana è un concetto che si realizza quando l'allocazione delle risorse è tale che non è possibile apportare miglioramenti paretiani al sistema cioè non si può migliorare la condizione di un soggetto senza peggiorare la condizione di un altro. Un gioco può essere definito del tipo “mano invisibile” se si verifica un unico equilibrio di Nash che contemporaneamente sia anche Pareto-efficiente ESEMPIO. GIOCATORE B GIOCATORE A Affinché un gioco sia del tipo della cosiddetta “mano invisibile” occorre che vi sia un unico equilibrio e che sia anche Pareto- efficiente. Quindi, perché “patate , grano” sia l’unico equilibrio di Nash occorre che(maggiore del n° più piccolo): 1 Per il giocatore A sia x>2 2 Per il giocatore B sia y>2 Affinché sia anche Pareto-efficiente occorre che(maggiore del n° più grande): 1 Per il giocatore A x>4 2 Per il giocatore B y>4 Il dilemma del prigioniero. L’equilibrio di Nash non comporta sempre soluzioni Pareto-efficienti, infatti può verificarsi anche il caso del così detto Dilemma del prigioniero, che è un gioco dove esiste un conflitto di interesse 21 SINIST RA DESTR A ALTO 2,1 0,0 BASSO 0,0 1,2 grano patate grano 2,4 4,3 patate x,y 3,2 collettivo di tutti i partecipanti e l’interesse individuale dei singoli giocatori. ESEMPIO1 GIOCATORE B GIOCATORE A Perché si verifichi il gioco del dilemma del prigioniero si deve per prima cosa vedere ce ci sono strategie dominanti. In questo caso la s.d. è 1,1 poiché è quella che domina su tutte le altre. Quindi affinchè si verifichi un dilemma del prigioniero la nostra x dovrà necessariamente essere: 1<X<4 ESEMPIO 2 GIOCATORE B GIOCATORE A Affinché questo gioco risulti un dilemma del prigioniero la migliore strategia per ogni giocatore sia non cooperare indipendentemente dalla strategia dell’avversario. Quindi deve essere: - X>3 - Y<1 Gioco di coordinamento Questo gioco ha due equilibri di Nash in strategie pure. I payoff dei giocatori sono più alti quando essi sono in grado di coordinare le loro strategie. ESEMPIO 22 Colluder e Non colluder e Colluder e X , X -1 , 4 Non colluder e 4 , -1 1 , 1 coopera Non coopera Coopera 3 , 3 Y, X Non coopera X , Y 1 , 1 Coopera re Non cooperare Coopera re 3,3 Y, X Non coopera X , Y 1, 1
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