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Il muro dell'anoressia - lezione capitolo 3, Sintesi del corso di Psicologia Generale

Appunti personali delle lezioni sul terzo capitolo ("Tra narcisismo e dipendenza: l'anoressia nella pedopsichiatria psicodinamica francese e nell'approccio kleiniano-bioniano della Tavistock") del libro di Domenico Cosenza.

Tipologia: Sintesi del corso

2012/2013

In vendita dal 17/07/2013

annalunatica
annalunatica 🇮🇹

4.3

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Scarica Il muro dell'anoressia - lezione capitolo 3 e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! TRA NARCISISMO E DIPENDENZA. Pedopsichiatria psicoanalitica francese. Nasce e si sviluppa in Francia agli inizi degli anni '70 mediante la pubblicazione del lavoro di Evelyne e Jean Kestemberg e Simone Decobert "La fame e il corpo". 1. La tesi principale che attraversa quest'opera è che il cuore della questione anoressica non è da ricercarsi in una fissazione libidica allo stadio sadico-orale, quanto in un funzionamento eccessivo dell'ideale dell'Io, che si tradurrebbe in un ideale megalomanico di controllo e di padronanza esercitato dall'anoressica sul proprio corpo. 2. All'origine della patologia anoressica, inoltre, gli autori collocano un fondamentale autoerotismo che passerebbe attraverso un soddisfacimento narcisistico legato ad attività iperinvestite come lo studio o il controllo della fame e che prenderebbe il posto di un'adeguata vita sessuale e dei legami amorosi. 3. Alla base dell'anoressia mentale si porrebbe, inoltre, una mancata separazione tra la figlia e il desiderio materno: la madre appare alla figlia come oggetto onnipotente e asessuato e il padre si presenta come maternizzato, più come completamento della madre che come partner differenziato. La coppia parentale si presenta, quindi, come fusa al suo interno e non in grado di rappresentare per la figlia l'articolazione della differenza tra i sessi. 4. Un altro punto di originalità dell'opera è la valorizzazione, accanto alla dimensione narcisistica, della dimensione perverso-feticistica dell'anoressia. E' quello che gli autori definiscono orgasmo della fame: esso è l'effetto di un'erotizzazione del rifiuto del cibo e del piacere di funzionare in questo rifiuto. Ciò implica la diserotizzazione della zona orale come zona erogena propriamente detta, visto che non c'è più piacere nel cibo ma piacere e rifiutarlo. L'opera dei Kestemberg e di Decobert verrà ripresa nella seconda metà degli '70 da Brusset, il quale si farà promotore della tesi dell'anoressia come tossicomania endogena, cioè interna al soggetto stesso. Il rapporto con la tossicomania si mostra con evidenza se si considera il godimento che l'anoressica prova nel rifiuto e nella ricerca di potenza che vi è alla base. Ne conseguono il disinvestimento delle altre forme di soddisfazione, prima fra tutte la sessualità genitale, e il sovrainvestimento della soddisfazione in atto nel processo di rifiuto del cibo. Al pari dei Kestemberg, Brusset considera l'anoressia come una regressione alla dimensione pregenitale e preedipica del rapporto primario con l'oggetto materno e, coerentemente alla teoria lacaniana, sostiene che anche
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