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Riassunto Diritto Privato: PROPRIETA' E SITUAZIONI REALI DI GODIMENTO, Schemi e mappe concettuali di Diritto Privato

Dispense e riassunti di diritto privato. La disciplina sulla proprietà e sulle situazioni reali di godimento in compendio. Ideale per chi deve sostenere l'esame di diritto privato per le facoltà di economia, giurisprudenza e scienze politiche

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2014/2015

In vendita dal 03/09/2015

nikyblunotte
nikyblunotte 🇮🇹

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Scarica Riassunto Diritto Privato: PROPRIETA' E SITUAZIONI REALI DI GODIMENTO e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Diritto Privato solo su Docsity! d&r Situazioni esistenziali e situazioni reali di godimento Qual è la differenza tra diritti patrimoniali e diritti non patrimoniali? La dottrina distingue tra diritti patrimoniali e diritti non patrimoniali: i diritti patrimoniali sono suscettibili di essere valutati economicamente e sono disponibili (cioè alienabili, trasmissibili e irrinunciabili), prescrittibili, cioè il loro mancato esercizio continuato nel tempo può comportarne la perdita. I diritti non patrimoniali afferiscono direttamente alla persona e sono esercitabili solo da quest’ultima, sono diritti indisponibili e irrinunciabili: tra questi sono rilevanti i diritti della personalità, che sono situazioni soggettive di ogni uomo in quanto tale, e costituiscono attributi fondamentali e immancabili alla persona fisica. Non è possibile scindere la persona dai suoi diritti inviolabili Quali sono le fonti che tutelano la persona umana? L’intensità della tutela della persona umana si palesa nelle carte fondamentali della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (adottata dalle nazioni unite nel 48), nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Roma, 1950), la Costituzione e il codice civile, il codice penale (laddove si vietano e si puniscono atti lesivi alla vita o all’integrità fisica e psichica dell’individuo), nelle leggi supplementari. A chi spettano i diritti della personalità? Circa il nascituro e il defunto, la soluzione si fonda sulla connessione tra personalità e capacità, nel senso che l’attribuzione di situazioni protette dipendono dal fatto che quelle persone siano in vita, mentre invece circa la questione sulla dignità del defunto, alla sua onorabilità, quest’ultima è inscindibile dalla lesione alla dignità della famiglia e dei suoi singoli componenti: il congiunto agisce in qualità di titolare di un diritto ma anche di un dovere di solidarietà familiare. Quali sono i diritti esistenziali? Sono: >il diritto alla vita e all’integrità psicofisica >il diritto alla salute >il diritto all’uguaglianza >il diritto all’onore e alla reputazione >il diritto all’immagine >il diritto alla riservatezza >diritto all’informazione >diritto all’istruzione e all’educazione 1 >diritto al nome e all’identità personale Cos’è il diritto alla vita? Il diritto alla vita è tutelato dalla normativa ordinaria e da numerose convenzioni internazionali. Pur non accennandosi al diritto alla vita nella costituzione, non se ne mette in dubbio il suo valore assoluto. Il bene “vita” infatti è inteso non in senso naturalistico ma normativo, quale pretesa ad una vita libera e dignitosa, e si tutela imponendo ai consociati sia l’obbligo a non attentare alla vita altrui, sia quella di soccorrere chi è in pericolo. -aborto Si parla di diritto alla vita anche in riferimento alla legge sull’aborto: da un lato si tutela la vita umana sin dal suo concepimento, dall’altro le successive disposizioni tendono a favorire l’interesse della salute della madre rispetto all’interesse alla vita del nascituro: l’aborto è permesso solo nei primi 90 giorni dal concepimento, purchè sussista un serio pericolo alla salute fisica e psichica della madre, e dopo tale termine solo quando sussista un grave pericolo per la vita della donna. -disponibilità del corpo Va contestata l’opinione di una generale disponibilità del proprio corpo, e l’intendo del codice è quello di tutelare un interesse pubblico alla sanità e all’integrità della stirpe. L’incidenza dei principi costituzionali e le normative speciali negano la liceità di un libero potere di autodeterminazione del singolo. La lesione della propria integrità fisica è consentita a fini terapeutici a favore di un’altra persona, ma ciò trova fondamento nel principio di solidarietà costituzionale. Cos’è il diritto alla salute? Il diritto alla salute non si esaurisce nel diritto all’integrità fisica, ma si valuta in relazione al sano e libero sviluppo della persona. Ogni intervento coattivo e obbligatorio a tutela della salute non dev’essere in contrasto coi valori della persona. La salute non è garantita in sé come bene autonomo, ma la sua tutela realizza la dignità e la libertà della persona. La salute non è una nozione concettualmente autonoma, ma è un aspetto inscindibile del valore unitario della persona, così da dover essere considerata unitamente alla norma generale. Il dovere di tutelare la propria salute o anche la salute pubblica, accettando limitazioni alle proprie libertà, non può essere contrastato dall’affermazione di una libertà del proprio essere fisico: la concezione personalitica presente nella costituzione non equivale al libero arbitrio del singolo. 2 diritto di informare, di essere informato, di informarsi. Il diritto di informare riguarda il diritto di informare la collettività circa il funzionamento della società democratica; esso svolge un compito molto simile a quello di controllo. Nel caso un soggetto venga leso dalla diffusione di errate notizie egli ha come difesa principale il diritto di rettifica, previsto sia dalla legge sulla stampa, sia dalla legge sul servizio pubblico di diffusione radiofonica e televisiva. Il diritto ad essere informati riguarda la massima diffusione delle informazioni e di tutela di un interesse individuale o collettivo. Il diritto ad informarsi, si configura nel diritto ad acquisire informazioni, ma non nella pretesa di conseguire notizie, salvo diverse disposizioni di legge. La cronaca ha dei limiti, cioè deve essere veritiera, non illecita e non deve ledere la reputazione e l’onore altrui. Cos’è il diritto all’istruzione e all’educazione? Il diritto all’istruzione e all’educazione è un principio cardine molto importante, perché grazie proprio all’istruzione e all’educazione, l’uomo può realizzarsi nella società contribuendo anche allo sviluppo della stessa. Questo diritto si configura come diritto, inteso nella pretesa nei confronti dello Stato, che deve assicurarne lo svolgimento e fornire i mezzi appropriati; come dovere, inteso in un dovere solidale nei confronti della collettività, che si concretizza in un’attività che concorra al progresso. Diritto al nome: identità e identificazione della persona. Il nome è composto dal prenome o nome individuale, e dal cognome, generalmente quello di famiglia. Il prenome è imposto dalla scelta concorde dei genitori ed è dichiarato all’ufficiale di Stato Civile; il cognome, invece, generalmente è quello del padre. Il nome è tutelato in quanto è vietata la privazione, l’uso indebito e usurpativo, e s’identifica in un’identità personale. Al pari del nome vi è lo pseudonimo che è riconosciuto come segno d’identificazione, e che nella società ha lo stesso valore del nome. I titoli nobiliari possono essere aggiunti al cognome, ma sono privi di valore giuridico. Il rimedio più idoneo alla lesione in oggetto è il diritto alla rettifica, ma sono utilizzabili anche altri rimedi preventivi e coercitivi, previsti per la stampa ed il risarcimento del danno. Problema importante riguarda l’identità sessuale; infatti, un soggetto può chiedere di mutare nome e cognome solo dopo una rettifica del tribunale che provi non solo un mutamento psichico, ma anche fisico con adeguamenti dei caratteri sessuali mediante intervento chirurgico. Cosa sono i diritti di libertà? La Costituzione assicura all’uomo la libertà che si manifesta in tante forme: >naturale, che riguarda la personalità dell’uomo nel pieno svolgimento dei suoi interessi; 5 >negativa, intesa come libertà dell’uomo nei confronti dello Stato, quindi una libertà “da”; >positiva, intesa come diritti e situazioni soggettive attive e quindi una libertà di; >economica, intesa come libertà di proprietà d’iniziativa e di lavoro; il lavoro è certamente non soltanto un diritto, ma anche un dovere. Cosa sono le formazioni sociali? Una rilevanza lo Stato la dà alle formazioni sociali, perché sono luoghi privilegiati dove la persona esprime se stessa e riesce a realizzarsi. Questa tutela però non pone su uno stesso piano l’individuo e le formazione sociali; l’uomo è posto sempre in una posizione di rilievo nei confronti della famiglia, delle aziende, ecc… 6 Situazioni reali di godimento Cosa sono i beni? I beni sono le cose che possono formare oggetto di diritti (810). Questa nozione fa riferimento quindi alle “cose” e ai “diritti”, proprio per creare una sorta di discriminante tra i “beni” e le cose: non tutte le cose-entità materiali sono beni, anche perché la definizione di beni non si esaurisce nella materialità della sostanza, ma è anche vero che i “beni” sono solo le cose (materiali o immateriali) che possono formare oggetto di situazioni soggettive, e quindi di un rapporto. Cosa diventa il bene? I beni diventano i punti di riferimento oggettivi del rapporto, e in quanto tali sono idonei a soddisfare un bisogno umano meritevole di tutela nel nostro ordinamento, così possono essere considerati beni l’aria quando assume il riferimento di un interesse tutelabile. Come si distinguono i beni? Il concetto di bene non postula un godimento esclusivo, né concerne le sole unità individuali e patrimoniali: “bene” non è solo ciò che è appropriabile e può essere oggetto di un diritto soggettivo: anche gli interessi diffusi hanno un punto di riferimento variamente individuabile: una bellezza naturale o l’ambiente da preservare e conservare nella sua naturalità. Da qui si distinguono i beni in commercio e fuori commercio: questi ultimi, a differenza dei primi, non possono essere usucapiti. Come si distinguono i beni sulla base del titolare del diritto? Beni pubblici e privati: i beni pubblici sono quelli posseduti da un ente pubblico o dallo Stato, i beni privati sono quelli il cui titolare della proprietà è un soggetto privato. I beni pubblici si dividono in beni necessariamente demaniali e in beni accidentalmente demaniali: i beni necessariamente demaniali appartengono al demanio pubblico perché non possono appartenere a nessun altro (spiagge, porti, opere destinate alla difesa nazionale), quelli accidentalmente demaniali diventano demaniali quando appartengono all’ente pubblico (stradi, ferrovie, raccolte nei musei o nelle biblioteche9- In base alle caratteristiche proprie? In beni mobili e immobili: i beni immobili sono intrasportabili, perché sono incorporati al suolo o naturalmente o artificialmente, mentre sono definiti in via residuale tutti gli altri beni mobili (812), senza altra specificazione. Fanno gruppo a parte i cd beni mobili registrati, i quali sono dei beni seppur mobili ma il cui utilizzo e la loro disciplina viene assimilata a quella dei beni immobili (automobili) In base alla loro destinazione? In divisibili e indivisibili e fungibili e infungibili. La divisibilità dipende dalla possibilità di dividere la cosa in parti omogenee, sì da farle conservare, nelle singole parti, un valore economico proporzionale all’intero. L’indivisibilità di un bene tuttavia può dipendere, oltre che dalla natura del bene stesso (ad es un animale vivo), 7 Proprietà Cos’è la proprietà? La proprietà si pone tra gli istituti centrali del diritto civile, in quanto trae numerosi collegamenti con la famiglia, le successioni, l’impresa, il lavoro e i contratti. Nel corso degli anni, nell’avvicendarsi delle novellazioni dei codici vigenti, la proprietà ha subito un radicale cambiamento di concezione: si è passati da un’accezione statica meramente produttivistica, fonte di reddito e di godimento, del codice del 1865, si è trasformata in uno strumento mediante il quale si manifesta l’iniziativa economica. Cosa prevedeva il codice del 1865 e cosa prevede ora a proposito della proprietà? Il codice del 1865 imponeva limiti negativi alla proprietà, delineandone un uso non vietato dalle leggi o dai regolamenti. Ad oggi ai limiti negativi (come l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento) si affiancano anche comportamenti positivi, come la facoltà di godimento e disposizione della proprietà in modo pieno ed esclusivo. Il diritto pieno ed esclusivo di godere e disporre le cose prevede che la proprietà vada esercitata entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento. Limiti e obblighi, quindi, che concorrono ad individuare la situazione soggettiva proprietà. Quali sono gli obblighi? Per obblighi si intende la funzione produttivistica che la proprietà deve assolvere Cosa dice la proprietà nella costituzione? Nella costituzione, la proprietà è inserita nella sezione dei rapporti economici, e alla finalità dell’azione economica si affiancano anche interessi non patrimoniali. L’uomo viene visto non più come soggetto possessore, bensì viene considerato per ciò che “è”. La proprietà non è più un attributo della persona ma solo uno strumento mediante il quale realizzare la personalità, mutando, quindi la gerarchia dei valori prevista dallo statuto albertino. Cosa sono i poteri di godimento e di disposizione? La proprietà attribuisce il diritto di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, ma entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento. Godimento e disponibilità, pienezza ed esclusività, quindi, concorrono ad individuare il contenuto del diritto. 10 Il potere di godimento corrisponde in linea di principio alla facoltà di usare o no la cosa, di deciderne la modalità d’uso, di trasformazione o di distruzione. Il potere di disposizione attiene sia alla disponibilità negoziale che a quella materiale, ovvero sia al trasferimento o all’alienazione della proprietà, sia allo spostamento fisico del bene da un luogo all’altro. Pienezza ed esclusività: Godimento e disponibilità sono pieni ed esclusivi: pieni nel senso che sulla cosa il proprietario può fare ciò che vuole, ed esclusivi nel senso che è vietata ogni intromissione altrui sulle scelte del proprietario. I poteri di godimento e di disposizione tuttavia devono contemperare con i limiti e gli obblighi previsti dall’ordinamento per quel determinato bene. Quando si considerano i beni non strettamente personali, tuttavia, pienezza ed esclusività incontrano più di un limite, come ad esempio l’uso della proprietà di un impianto produttivo, che coinvolge l’interesse di una pluralità di persone. Perché ci sono differenti regimi statutari di proprietà? Il differente regime che deriva dalle molteplici configurazioni dei poteri di godimento e disposizione dà luogo a differenti forme di proprietà: la proprietà indica il potere di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, tuttavia non tutti i beni sono uguali e di conseguenza non tutte le ripercussioni che si hanno sulla collettività sono le stesse a seconda del diritto di proprietà esercitato. Ad esempio? Ad esempio la proprietà dei mezzi di produzione non è eguale a quella di un appartamento, e la proprietà stessa dell’appartamento si diversifica a seconda che venga qualificato come abitazione o fonte di reddito. La proprietà, pertanto, si caratterizza per i profili più diversi: sia sulla base intrinseca del bene, sia in considerazione della sua destinazione che al bene è assegnata al rapporto. Ad esempio, un vestito, considerato alla stregua dei prodotti finiti dell’attività d’impresa, può essere oggetto di rivalsa dei creditori dell’imprenditore e quindi essere pignorato, ma se bene di uso strettamente personale non può che rimanerne escluso. 11 Quali sono i limiti e gli obblighi sul diritto di proprietà? Sulle limitazioni del diritto di proprietà distinguiamo i vincoli nell’interesse pubblico e i vincoli nell’interesse privato. Quali sono i vincoli nell’interesse pubblico? Oltre ai vincoli temporanei cui sono sottoposte le aziende commerciali e agricole, abbiamo anche l’espropriazione per pubblico interesse, le requisizioni, gli ammassi (cioè enti che gestiscono la distribuzione di beni particolari prodotti dall’agricoltura e dall’industria) Quali sono i vincoli nell’interesse privato? Questi vincoli concernevano le conflittualità tra proprietari Cosa emerge dalla legislazione speciale? Emergono altri limiti e obblighi, che possono riguardare l’interesse pubblico alla tutela dell’ambiente o l’interesse generale della collettività, tra questi possiamo annoverare l’espropriazione. Cos’è l’espropriazione? L’espropriazione è un potere riconosciuto alla pubblica amministrazione di sottrarre o condizionare coattivamente la proprietà di un soggetto allo scopo di destinare il bene espropriato ad una finalità reputata di interesse generale. L’espropriazione è disciplinata da numerose leggi speciali, che hanno derogato, in parte, le disposizioni originarie. Affinchè l’espropriazione legittimi la sottrazione di un diritto come la proprietà, è necessario che essa attui un interesse generale, o una funzione socialmente utile; il proprietario espropriato, inoltre, deve corrispondere un indennizzo per la perdita subita, quantificato in denaro o lotti edificabili. Sempre più frequentemente la PA occupa la proprietà privata eseguendo direttamente l’opera in programma: in tali ipotesi la PA procede illegittimamente e perciò è tenuta a corrispondere al proprietario il risarcimento del danno Rapporti di vicinato Sono una forma di tutela privata dell’esercizio del diritto di proprietà: si sostanziano in una serie di limiti di proprietà che il legislatore giustifica in base alla regola del neminem laedere. Una disciplina specifica regola i rapporti tra proprietari vicini, contemperando il diritto al libero esercizio con il diritto altrui a non vedersi leso nella propria situazione di godimento. Un esempio di limite nell’esercizio della proprietà è il divieto di atti emulativi, o la disciplina sulle immissioni. 12 Cos’è la proprietà rurale? La proprietà rurale è la proprietà dei terreni agricoli, da qui la sua denominazione di proprietà agraria (o proprietà terriera). Essa subisce consistenti limitazioni aventi finalità sociali che attengono alla trasformazione dei terreni per il miglioramento della produzione, ai vincoli idrogeologici, nonché alla minima unità colturale, cioè alla delimitazione di un’area minima di coltivazione al fine di evitare l’eccessiva frantumazione. Si fa riferimento anche al diritto di proprietà dell’art 44 cost, secondo il quale il fine della proprietà rurale sia nel il razionale sfruttamento del suolo e nello stabilire equi rapporti sociali. Quali sono i modi di acquisto della proprietà? Ci sono due modi di acquistare la proprietà di un bene: a titolo originario e a titolo derivativo. L’acquisto della proprietà può avvenire mediante atti di autonomia negoziale (contratti, titolo derivativo), ossia quando un soggetto cede la proprietà di un bene o di un diritto a titolo oneroso o gratuito, ma comunque da un dante causa ad un avente causa: chi trasferisce, inoltre, (dante causa) non può cedere un diritto più ampio di quello del quale è proprietario. Se sul bene oggetto della proprietà ceduta insiste una garanzia ipotecaria, il diritto che si acquista rimane gravato da tale garanzia. Quali sono i modi di acquisto della proprietà a titolo originario? I modi di acquisto della proprietà a titolo originario sono: l’occupazione, l’invenzione, il tesoro, l’accessione, l’unione, la commistione e la specificazione. Occupazione Consiste nel materiale impossessamento di qualcosa, accompagnato dalla volontà di farla propria. La tutela dell’ordinamento offre al legittimo proprietario e il principio per il quale i beni immobili vacanti spettano al patrimonio dello Stato” esigono che l’occupazione riguardi il solo acquisto delle cose mobili che non sono di proprietà di alcuno (res nullius): o perché non lo sono mai state oppure perché sono state volontariamente abbandonate (res derelictae). Da qui la possibilità del proprietario di inseguire sul fondo gli sciami d’api e gli animali mansuefatti. Se non lo facesse, questi diventerebbero di proprietà del padrone del fondo. Invenzione Riguarda le cose smarrite, che possono essere acquistate dal ritrovatore. Poiché la cosa è stata smarrita, e lo smarrimento fa perdere non il diritto ma solo l’impossessamento, la cosa 15 deve essere restituita al proprietario. Se questi non è conosciuto, il ritrovatore ha l’obbligo di consegnare la cosa al comune del luogo dove è stata trovata la cosa smarrita, affinché sia reso pubblico il ritrovamento: se il proprietario reclama la cosa smarrita, il ritrovatore ha diritto ad un premio; trascorso inutilmente un anno dal giorno della pubblicazione dell’avviso, il ritrovatore ne acquista la proprietà per invenzione. Tesoro Riguarda l’ipotesi di ritrovamento di un bene di valore, di pregio, nascosto o sotterrato. Se la cosa non investe un particolare interesse storico o artistico, valgono le regole dettate per il tesoro (932, ovvero il valore del bene va diviso per metà al ritrovatore e per metà al proprietario del fondo), in caso contrario lo Stato vanta un diritto prevalente mentre al ritrovatore ed al proprietario del fondo dove la cosa è stata trovata spetta un compenso. Accessione, unione e commistione Riguardano il fenomeno espansivo della proprietà, in base al quale per fatto naturale o per opera dell’uomo, cose appartenenti a proprietari diversi sono attratte in un’unica situazione. Poiché all’espansione di un diritto di proprietà corrisponde il restringimento di un altro diritto, il legislatore ha dovuto dettare un principio che tutelasse l’esclusività del diritto ma fosse anche rispettoso dell’esigenza di tutela della situazione proprietaria destinata a soccombere. La prevalenza di un diritto sull’altro risponde all’esigenza di salvaguardare fra gli interessi contrapposti, quello più meritevole. Secondo l’accessione, qualunque opera o costruzione esistente sopra o sotto il suolo appartiene al proprietario di questo (934) La commistione dice che il proprietario della cosa principale o di valore superiore acquista la proprietà del tutto (9392). In base all’unione, tra i proprietari delle due cose unite o mescolate si costituisce una comunione (9391) L’unione e la commistione si riferiscono alle cose mobili, mentre l’accessione riguarda l’unione di beni mobili ad immobili e di beni immobili ad immobili: quest’ultima ipotesi consegue a fatti naturali che danno luogo all’alluvione e all’avulsione. Cosa sono alluvione e avulsione? L’alluvione riguarda l’incremento lento e progressivo di un fondo causato dal distacco di detriti da altro fondo e trasportati a poco a poco dall’acqua corrente dei fiumi e dei torrenti. 16 L’avulsione invece riguarda l’incremento del proprio fondo causato dal distacco dovuto all’azione dell’acqua, di una parte considerevole e riconoscibile di un altri fondo: per l’avulsione è dovuta al proprietario del fondo staccatosi un’indennità rapportata al valore del fondo Quali sono i casi particolari di accessione? >Accessione per fatto dell’uomo: l’accessione per fatto dell’uomo invece ci si riferisce alle opere fatte dal proprietario con materiale altrui, alle opere fatte da un terzo con materiale proprio e alle opere fatte da un terzo con materiale altrui. >Accessione invertita: Un’eccezione al principio enunciato è prevista per l’occupazione in buona fede di una porzione di fondo attiguo al proprio per la costruzione di un edificio (accessione invertita). Quindi non è il proprietario del suolo ad acquistare la proprietà della costruzione ma il proprietario di questa che, se non riceve opposizione da parte del proprietario del fondo occupato, entro tre mesi dal giorno dell’inizio della costruzione ne acquista la proprietà, previo pagamento del doppio valore della superficie occupata. Prevale quindi l’interesse reputato più meritevole, pur tutelandosi la situazione del proprietario del fondo attribuendogli il diritto di opporsi e di chiedere il risarcimento del danno subito. Specificazione La specificazione concerne invece l’acquisto della proprietà di una cosa creata con materiale altrui. In questo caso il conflitto da risolvere non è tra due proprietari ma tra proprietà e lavoro. A questi parametri si rapporta la valutazione dell’interesse da privilegiare, assegnandosi la proprietà del bene creato al proprietario dei materiali o a chi ha svolto l’attività lavorativa, in considerazione del valore dei materiali e del lavoro. Il lavoro tutelato però deve qualificarsi sempre come creazione di una “nuova cosa”: così non è valutata sufficiente la semplice combinazione artistica di materiali altrui se questi materiali non sono trasformati ma solo disposti nello spazio per conseguire un certo effetto. 17 Cos’è il rimborso? Quando il fondo torni nella piena proprietà del concedente successivamente all’estinzione, l’enfiteuta ha diritto ad un rimborso commisurato all’incremento di valore apportato sulla base dei miglioramenti (incremento della produzione) e addizioni fatte. Resta salvo il diritto di togliere le eventuali addizioni fatte. Cosa sono i diritti di godimento su cosa altrui? I diritti di godimento su cose altrui sono delle fattispecie simili alla proprietà, dove però la proprietà di fatto è compressa da diritti altrui, o perché si vantano diritti verso il proprietario (i diritti del conduttore dell’appartamento locato) o perché vi sono diritti reali sul bene che forma oggetto di proprietà: in questo senso si parla di situazioni “reali” di godimento, che sono però limitate e hanno un contenuto minore rispetto alla proprietà sulla quale incidono. Tali situazioni reali di godimento sul bene possono coesistere con il diritto di proprietà, e per quanto riguarda la prima fattispecie (diritti del proprietario), abbiamo l’enfiteusi e il diritto di superficie, mentre le situazioni reali di godimento sono l’usufrutto, l’uso e abitazione e le servitù. Cos’è l’usufrutto? L’usufrutto è il diritto di godere su un bene altrui e dei suoi frutti, con l’obbligo di mantenere la destinazione economica del bene e restituirlo alla scadenza. Il diritto di godere è attribuito all’usufruttuario, ed è finalizzato al conseguimento dei frutti sulla cosa (cioè ogni utilità che il bene può dare). Quali sono le caratteristiche del bene oggetto di usufrutto? Affinché possa determinarsi un usufrutto occorre che il bene sia fruttifero e inconsumabile (anche se deteriorabile), in quanto dev’essere restituito alla scadenza. È possibile, tuttavia, anche l’usufrutto di beni consumabili (“quasi usufrutto”). Quali sono i limiti dell’istituto? Non è possibile modificare la destinazione economica del bene, né il godimento dev’essere perpetuo: qualora l’usufruttuario modificasse la destinazione economica del bene, è tenuto al risarcimento del danno e può anche essere condannato al ripristino delle condizioni precedenti. Quanto alla durata, se l’usufrutto fosse perpetuo, si rischierebbe di spogliare del tutto il proprietario della sua situazione, classificandolo come 20 “nudo proprietario”. L’usufrutto non può durare oltre la vita dell’usufruttuario e se costituito a favore di una persona giuridica, non può eccedere i 30 anni. Non è trasmissibile mortis causa. Cos’è l’usufrutto congiuntivo? È l’usufrutto concesso contemporaneamente a più soggetti: nell’usufrutto congiuntivo è prevista la clausola di accrescimento a favore degli usufruttuari sopravvissuti, nell’ipotesi che essi premuoiano, fino a che l’usufrutto non si concentri sull’ultimo sopravvissuto. La dottrina è scettica sull’usufrutto successivo (ovvero trasmesso automaticamente da una persona all’altra per l’ipotesi di morte di una di esse), mentre di certo è escluso per gli atti mortis causa e per le donazioni. Come si costituisce l’usufrutto? L’usufrutto si costituisce per legge (usufrutto legale dei genitori sui beni dei figli), volontariamente (contratto o testamento) o per usucapione. Il diritto è cedibile (se non è vietato dal titolo congiuntivo), ma essendo l’usufrutto una situazione a termine destinata a non comprimere la proprietà, esso comunque non può superare la sua durata originaria. Quali sono gli obblighi dell’usufruttuario? Gli obblighi dell’usufruttuario sono: >Restituire il bene alla scadenza e osservare, per tutta la durata dell’usufrutto, la diligenza del buon padre di famiglia (10011); >Obbligo di fare l’inventario di quanto è oggetto della sua situazione di godimento e prestare idonea garanzia (10012) >Obblighi di amministrazione e di sostenimento delle spese relative alla manutenzioni e riparazioni; >i diritti dell’usufruttuario si estendono sui frutti e sulle accessioni della cosa, ai miglioramenti e alle addizioni. Come si estingue l’usufrutto? L’estinzione dell’usufrutto si ha per scadenza, rinunzia, prescrizione del non uso ventennale, consolidazione (cioè riunione sotto lo stesso soggetto delle qualità di usufruttuario e proprietario), perimento totale della cosa e per abuso. Non si estingue invece l’usufrutto, se la cosa è espropriata e se perisce per colpa o dolo di terzi o se, quantunque perita, sia stata assicurata dall’usufruttuario. 21 Cosa sono i diritti di uso e abitazione? I diritti di uso ed abitazione sono limitati ai bisogni del titolare del diritto e della sua famiglia: ad essi si applicano, compatibilmente, le disposizioni previste sull’usufrutto: le differenze L’uso è diritto personalissimo che attribuisce al suo titolare il potere di servirsi della cosa e di raccoglierne gli eventuali frutti, limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia: l’uso si dice abitazione quando la situazione si qualifica come diritto all’abitazione. L’uso e l’abitazione, come l’usufrutto, si costituiscono per usucapione, volontariamente o per legge. Essi si estinguono con la morte del titolare giacchè hanno carattere temporaneo, essendo diritti personalissimi, pertanto non possono essere ceduti o dati in locazione, né tantomeno formare oggetto di disposizione testamentaria. L’inadempimento non dà luogo a un abuso con seguente estinzione del diritto,in quanto l’abuso non configura un pregiudizio tale da incidere sull’integrità del bene. Cos’è la servitù? La servitù è un diritto reale di godimento che consiste nel peso imposto sopra un fondo per l’utilità di un altro fondo appartenente a un diverso proprietario. Il presupposto affinché si attui la servitù è che >i due fondi siano contigui >i titolari siano diversi >che esista un “peso” che un fondo deve sostenere di fronte all’utilità dell’altro (fondo dominante e fondo servente). >che tra i fondi deve sussistere una relazione di servizio: Cos’è una relazione di servizio? La relazione di servizio indica un’utilità che un fondo deve corrispondere all’altro, ovvero un vantaggio al quale deve corrispondere sempre la restrizione del godimento altrui. Per questa relazione di servizio essi sono contigui, ovvero vicini quel tanto che basta per consentire al fondo dominante di ricevere un’utilità diretta dal fondo servente. Questo può consistere anche per ragioni di comodità o di utilità futura. Non sono servitù quelle che prevedono il vantaggio esclusivamente della persona. 22 Da cosa è determinato l’esercizio della servitù? L’esercizio della servitù è determinato dal titolo o, in mancanza, dalla legge, e comprende ciò che serve a soddisfare i bisogni del fondo dominante con il minor aggravio per il fondo servente. Di regola il titolare della situazione dominante non può aggravare oltre i limiti stabiliti dal titolo la situazione servente e il titolare di quest’ultima non può diminuire l’esercizio della servitù o renderlo più difficile. Le servitù si estinguono per confusione, decorrenza del termine, rinunzia, abbandono del fondo sevente e prescrizione determinata dal non uso ventennale. Cos’è la comunione? Quando una stessa situazione di godimento è nella titolarità di più soggetti si ha la comunione. Questo è comprensibile riguardo al proprietà di godimento su cosa altrui, in quanto si tratta di situazioni per definizione limitate: la proprietà invece è piena ed esclusiva. Non possono esistere due esclusivi diritti di proprietà su uno stesso bene ma nulla impedisce che due soggetti siano titolari di uno stesso diritto di proprietà, anzi la disciplina della comunione si basa proprio sulla comproprietà. Quante forme di comunione esistono? La comunione può essere volontaria (se nasce dall’accordo dei soggetti, ad es due amici che insieme comprano una barca), legale (forzosa, se trova la sua fonte nella legge) e incidentale (se nasce da un evento casuale, come la comunione tra due eredi). Esistono anche forme speciali di comunione come la comunione legale tra coniugi, che prescindono parzialmente dalla disciplina generale della comunione ordinaria. Quali sono i limiti al potere di godimento della comunione? Nella comunione i poteri di godimento sono necessariamente diversi da quelli che ha l’unico titolare: nelle comunioni, il godimento di un soggetto deve misurarsi con il godimento dell’altro. Sotto questo aspetto la comunione limita il potere di godimento del titolare, il quale ad esempio non può modificare autonomamente la destinazione economica del bene. Cosa attribuisce la comunione a ogni soggetto? La comunione attribuisce a ogni soggetto la titolarità di una quota, sulla quale vanta un diritto esclusivo. La quota è il riferimento per la partecipazione del soggetto ai vantaggi (poteri di godimento e di disposizione) e agli svantaggi (spese necessarie per il godimento e per la conservazione della cosa comune) derivanti dall’esercizio della situazione. Salvo diversa disposizione contenuta nel titolo, le partecipazioni si presumono eguali tra i contitolari. In 25 quanto titolare esclusivo della sua quota, ogni partecipante ne può disporre, cedendola, e può godere della cosa senza impedire lo stesso uso agli altri o alterare la destinazione, o anche solo provocando il deterioramento della cosa comune. Qual è la differenza di disciplina per la comunione di cose divisibili e indivisibili? Se si tratta di cose divisibili ciascun partecipante può chiedere lo scioglimento della comunione, purché questa non sia forzosa o non sia stabilito che la contitolarità duri per un certo tempo, comunque non superiore a 10 anni. La divisione può essere fatta d’accordo tra i partecipanti, altrimenti vi provvede il giudice (divisione giudiziale). In ogni caso ha effetto retroattivo: ciascun condividente si considera, sin dall’inizio, titolare esecutivo del diritto sulla parte di bene che gli è assegnata. Se il bene è indivisibile, la comunione non può essere sciolta, ma i contitolari possono alienare il bene e dividere il ricavato in proporzione delle rispettive quote. Come funziona l’amministrazione della comunione? All’amministrazione concorrono tutti i partecipanti in base alle deliberazioni prese dall’assemblea, che sono impugnabili, a pena di decadenza, entro trenta giorni (1109). >Per gli atti di ordinaria amministrazione può essere anche formato un regolamento per la comunione e nominato un amministratore. Le maggioranze variano secondo il tipo di atto: per gli atti di ordinaria amministrazione sono calcolate sul valore delle quote, cioè la maggioranza non si determina sul numero di partecipanti, ma sulla quantità di valore rappresentata dalle rispettive quote di partecipazione; >Per gli atti di straordinaria amministrazione e per le innovazioni, invece, occorre che la maggioranza rappresenti almeno i 2/3 del valore complessivo della cosa comune. È richiesta l’unanimità dei consensi per gli atti di alienazione o di costituzione di diritti reali sul fondo comune e per le locazioni di durata superiore a 9 anni. Qual è la disciplina sul condominio negli edifici? Il condominio ha una finalità strumentale alla realizzazione di più diritti esclusivi, appartenenti a patrimoni distinti. La sua peculiarità è la coesistenza in un edificio di più diritti di proprietà (esclusivi), che si sviluppano per via orizzontale, accanto a una comunione su talune parti dell’edificio stesso (individuate dal titolo e in sua vece, dall’art 1117). 26 Come si costituisce la comunione? La comunione si costituisce con l’atto di trasferimento di un’unità immobiliare, appartenente ad un proprietario originario, ad un altro soggetto (o patrimonio). Per tal caratteristica, testimoniata anche dalla irrinunciabilità del diritto sulle parti comuni, si discorre solitamente di comunione forzosa. Il condominio rappresenta un fenomeno complesso nel quale si trovano insieme con titolarità e proprietà esclusiva. Quali sono le parti comuni? Le parti comuni sono scale portone d’ingresso, ascensori e ogni servizio destinato all’uso comune, e il diritto di ciascuno è commisurato al valore della proprietà esclusiva (di regola rapportata ai millesimi sulle tabelle millesimali). Le parti comuni sono indivisibili, salvo che la divisione possa farsi senza pregiudizio per gli altri. Il contributo di ciascuno alle spese necessarie alla conservazione e al godimento delle parti comuni, salvo specifica indicazione, dipende dalla destinazione del servizio: se le parti comuni servono in modo identico tutti, alle spese si deve contribuire in proporzione alla quota di proprietà esclusiva; se invece servono in misura diversa, le spese sono ripartite in proporzione all’uso che ciascuno può farne. Come funziona l’amministrazione del condominio? Gli organi per l’amministrazione sono l’assemblea e l’amministratore, la cui nomina è obbligatoria nei condomini con più di quattro partecipanti (1129). L’assemblea delibera (1135) vincolando i condomini, anche quelli assenti o dissenzienti, in virtù del principio maggioritario. Le maggioranze variano secondo l’oggetto della delibera. Si calcolano non soltanto per quote ma anche per numero di condomini. In linea di principio sono valide le delibere approvate dalla maggioranza degli intervenuti che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio. Le delibere dell’assemblea condominiale sono impugnabili, a pena di decadenza, entro 30 giorni. È possibile la formazione di un regolamento che disciplini l’uso delle cose comuni, la ripartizione delle spese e l’amministrazione, ferma l’inderogabilità di alcune disposizioni e l’impossibilità di menomare i diritti che spettano a ciascuno dagli atti di acquisto. Il regolamento è obbligatorio negli edifici con più di 10 proprietari esclusivi. L’amministratore è l’organo esecutivo e, nei limiti delle attribuzioni e dei poteri conferitigli anche dal regolamento, rappresenta i condomini sia in giudizio che nei confronti di terzi. 27 trova un valido titolo in un precedente acquisto e così fino al primo originario proprietario (probatio diabolica). Poiché è necessario risalire ad un acquisto a titolo originario, al rivendicante che possa farlo è sufficiente provare l’avvenuto acquisto del diritto per usucapione. Cos’è l’azione negatoria? L’azione negatoria tende a negare l’esistenza sulla propria situazione di diritti altrui, quando da questi si teme di subire un pregiudizio che può derivare da situazioni di fatto e di diritto. Situazioni di fatto in quest’ipotesi un terzo manifesta con dei comportamenti concreti la sua pretesa; Situazioni di diritto un terzo vanta contro il proprietario l’esistenza di un suo diritto (ad es quella stessa servitù di passaggio). Come si svolge l’azione negatoria? Affinchè l’azione abbia buon esito, il proprietario non deve dimostrare il proprio diritto ma è sufficiente che provi con ogni mezzo, anche in via presuntiva, l’essitenza di un titolo dal quale risulti il suo acquisto. Offerta questa prova, spetta al convenuto dimostrare l’esistenza di un titolo a fondamento della sua pretesa. Cosa sono le azioni di regolamento di confini e di apposizione di termini? >L’azione di regolamento di confini riguarda la demarcazione dei confini tra due fondi, quando manchino limiti certi. È tale ad esempio l’azione proposta dal proprietario di un fondo che, senza contestare i rispettivi titoli di proprietà, lamenti lo sconfinamento del fondo contiguo nell’esecuzione di lavori di sistemazione. La prova del confine può essere data in qualsiasi modo, e in mancanza il giudice può procedere all’accertamento mediante l’esame delle mappe catastali. >L’azione di apposizione di termini invece presuppone la semplice irriconoscibilità o la mancanza di segni che individuino i confini (che per questa azione devono essere conosciuti). Con essa si chiede che siano apposti, a spese di entrambi i proprietari, i segni di confine. (termini) Cos’è l’azione confessoria? (servitù, cessazione turbative) L’azione confessoria è prevista per le servitù ma è estensibile anche alle altre situazioni di godimento. Ha lo scopo di far riconoscere l’esistenza del proprio diritto contro chi ne contesti l’esercizio e/o a far cessare gli atti impeditivi e le turbative dello stesso. 30 Con l’azione negatoria, le molestie possono essere sia di diritto (contestazione della situazione di godimento) che di fatto (comportamenti che impediscono e turbano l’esercizio del diritto), ma poiché si vuole il riconoscimento del diritto è l’attore che deve dimostrare l’esistenza della situazione di godimento. Altre azioni esperibili dai titolari di diritti reali di godimento: cosa sono le azioni di enunciazione? Il titolare del diritto reale, pur se privo del possesso, ha a disposizione anche le cd azioni di nunciazione, cioè le azioni di denunzia di nuova opera e di danno temuto, entrambe tendenti all’eliminazione di un pericolo proveniente dal fondo vicino. La denunzia di nuova opera mira ad impedire i pericoli o le limitazioni al potere di godimento che possono derivare dalla costruzione di nuove opere o attività intraprese sul fondo vicino. L’azione di danno temuto tende a prevenire, da parte di chi lo tema, il pericolo di un grave danno imminente al godimento del proprio diritto da parte di una qualsiasi cosa già esistente sul fondo vicino (tetto pericolante). Le due azioni possono dar luogo a provvedimenti provvisori, sì che l’autorità giudiziaria può ordinare, con urgenza, le opportune cautele o un’idonea garanzia contro gli eventuali danni susseguenti al provvedimento momentaneamente adottato. 31 d&r SITUAZIONI POSSESSORIE Cos’è il possesso? Il legislatore definisce il possesso come “Il potere sulla cosa” che si manifesta attraverso l’esercizio della proprietà o di un altro diritto reale. Il possesso è propriamente un atto giuridico in senso stretto, produttivo di effetti giuridici. Esso consiste essenzialmente in un comportamento diretto al godimento e all’uso, attuali e futuri, di un bene. In cosa consiste il possesso? Il possesso consiste in un comportamento diretto al godimento e all’utilizzazione di un bene, attuale e futuro. Si discorre di “attività corrispondente all’esercizio di un diritto reale” e non semplicemente di “esercizio di un diritto reale”. Pertanto il legislatore prescinde dalla legittimazione del possessore: questi è colui che gode e usa un bene, di là dalla circostanza che sia o no titolare di un diritto reale sul bene in suo potere. Quali sono i requisiti affinchè venga attribuito il possesso? I requisiti sono: un elemento oggettivo, circa colui che gode e usa il bene, e un elemento soggettivo, di natura spirituale o psicologica, ovvero l’animus possidendi: questa è l’intenzione del possessore di usare la cosa in qualità di usufruttuario, proprietario, enfiteuta. Tale elemento soggettivo permette di distinguere il possesso dalla mera detenzione (perché si può possedere direttamente o per mezzo di un’altra persona, che ha la detenzione della cosa). Chi è il detentore? Il detentore sarebbe colui che pur godendo della cosa, non intende usarla in qualità di proprietario, usufruttuario, ecc (come colui che riceve un libro in prestito, che detiene il libro, ma la proprietà spetta a colui che gliel’ha prestato). Detentore, insomma, è colui che ha un comportamento non corrispondente all’esercizio di un diritto reale, chi dà segni del riconoscimento l’altrui diritto sulla cosa, come ad esempio il conduttore di un immobile, che pagando mensilmente il canone di locazione, manifesta con tale condotta il riconoscimento dell’altruità della cosa. Egli è, pertanto, il detentore. Il detentore è colui che non manifesta l’animus possidendi. Quali sono i limiti dell’animus possidendi? Il solo atteggiamento soggettivo del detentore non vale però a mutare la detenzione in possesso: a tal fine sono necessari gli atti giuridici tali da mutare il titolo, cioè la causa giustificativa del godimento e dell’uso del bene: occorrerà una vendita, una donazione, per mutarne la proprietà. Il possesso consiste nell’attività corrispondente sia all’esercizio del diritto di proprietà, sia all’esercizio di un diritto reale su cosa altrui: si discorre pertanto 32 c) Il diritto di ritenzione, cioè di non restituire la cosa finché non gli sia corrisposta l’indennità dovuta o non siano prestate idonee garanzie. Qual è la ratio sulla buona fede? Nella circolazione dei beni mobili il possesso in buona fede assicura la certezza e la rapidità del traffico giuridico. Colui al quale sono alienati i beni mobili da parte di chi non è proprietario, ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. La norma presuppone un atto di alienazione da parte di chi non è proprietario, sì che non è possibile un acquisto a titolo derivativo perché nessuno può trasferire ad altri un diritto che non ha, l’acquisto della proprietà è quindi a titolo originario. Come si acquista la proprietà mediante il possesso? La proprietà si acquista mediante il possesso a condizione che: a) L’acquirente sia in buona fede al momento della consegna, ossia ignori che l’alienante non è proprietario del bene (e se conosce l’illegittima provenienza della cosa, non giova la presunzione che l’alienante o il precedente possessore ne siano divenuti proprietari) b) Esista un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà (una vendita o una donazione). Il principio del possesso vale titolo tutela l’acquirente di buona fede di beni mobili. Poiché non esiste un sistema di pubblicità mobiliare, chi acquista un bene mobile difficilmente può accertare con sicurezza che il suo dante causa sia effettivamente in proprietario del bene. Se ottiene in buona fede il possesso, può essere sicuro della definitività del proprio acquisto. Come si risolvono i conflitti tra acquirenti? L’acquisto in buona fede del possesso costituisce anche il criterio per risolvere il conflitto tra più acquirenti: se taluno aliena a più persone, con più contratti, lo stesso bene mobile, è preferita alle altre quella che per prima ha acquistato il possesso in buona fede, anche se il titolo è di data posteriore. Come si acquista la proprietà? La proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa, se questi non risultano dal titolo e se vi è la buona fede dell’acquirente. Nello stesso modo si acquistano anche i diritti di uso, usufrutto e pegno. La regola non vale per le universalità di mobili né per i mobili registrati. 35 Cos’è l’usucapione? Il possesso continuato nel tempo per il numero di anni previsto dalla legge, determina l’acquisto della proprietà di: - Beni immobili (20 anni, 10 anni abbreviata – in caso di acquisto in buona fede da chi non ne aveva la proprietà, ma in virtù di un titolo astrattamente idoneo a trasferirla che sia stato trascritto) - Universalità di mobili (20 anni, 10 abbreviata – cioè possesso in buona fede in virtù di un titolo idoneo) - Beni mobili registrati (10 anni, 3 anni abbreviata – cioè possesso in virtù di un acquisto in buona fede da chi non ne era proprietario ma in virtù di un titolo astrattamente idoneo a trasferirne la proprietà che sia stato trascritto) - Beni mobili non registrati (in mancanza di titolo idoneo, la durata è di 10 anni se il possesso è in buona fede e 20 anni per il possesso in mala fede) - Fondi rustici (20 anni di possesso in malafede, 10 anni per il possesso in buona fede in base ad un titolo astrattamente idoneo che sia stato trascritto) L’usucapione è un modo di acquisto della proprietà a titolo originario. Sono previsti dei termini di usucapione “abbreviati” per chi ha acquistato in buona fede e in funzione di un titolo idoneo a trasferirne la proprietà, che sia stato trascritto nei casi previsti per i beni immobili e per i beni mobili registrati). Sono previsti dei termini speciali e più brevi per l’usucapione della piccola proprietà rurale. Quando inizia a decorrere il tempo necessario per usucapire i beni? Sul momento nel quale inizia a decorrere il tempo necessario per l’usucapione valgono le seguenti regole: a) Se il possesso fu iniziato in modo violento (rapina) o clandestino (di nascosto), il termine decorre solo dalla fine della violenza o della clandestinità b) Se un soggetto ha il possesso corrispondente all’esercizio di un diritto reale su cosa altrui, il tempo necessario ad usucapire la proprietà decorre se e quando il titolo del possesso è mutato in forza di un’opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario o per causa proveniente da un terzo (inteversione del possesso). Quando viene sospeso il termine di prescrizione? Il decorso del termine può essere sospeso o interrotto per le stesse ragioni che valgono per la prescrizione e si interrompe quando il possessore è privato del bene per oltre un anno, salvo che in questo periodo abbia esercitato con successo l’azione di reintegrazione. Il fondamento dell’usucapione si basa sull’esigenza delle situazioni giuridiche: vi sono anche ragioni di favore per l’impiego delle risorse, in quanto si premia chi, pur senza averne il diritto,usa i beni e li rende produttivi, a scapito del proprietario rimasto inerte per lungo tempo. L’usucapione inoltre semplifica la prova del diritto di proprietà, dimostrando di aver posseduto il bene per il tempo necessario ad usucapirlo. 36 Cosa sono le azioni possessorie? A difesa del possesso vi sono le azioni di reintegrazione e di manutenzione: possono essere esperite solo dal possessore L’azione di reintegrazione (o di spoglio) spetta al possessore che sia stato violentemente o clandestinamente spogliato del bene, ed è diretta ad ottenere la reintegrazione nel possesso (la restituzione della cosa). L’azione è concessa anche al detentore del bene, salvo che abbia la detenzione per ragioni di servizio (il custode di un edificio) od ospitalità. Deve essere esperita entro un anno dalla sua scoperta. Il giudice, sulla base della semplice notorietà dello spoglio, ordina la reintegrazione. L’azione di manutenzione può essere chiesta entro un anno dalla turbativa, dal possessore di beni immobili e di universalità di mobili molestato nel suo possesso. È tesa alla cessazione delle turbative. Per la sua esperibilità occorre che il possesso duri continuamente e ininterrottamente da oltre un anno e sia stato acquistato in modo non violento né clandestino, altrimenti l’azione può essere esercitata solo se è decorso un anno dalla cessazione della violenza o della clandestinità. L’azione può essere esperita anche da chi ha subito uno spoglio non violento o clandestino, al fine di essere rimesso nel possesso del bene (azione di manutenzione recuperatoria). **Al possessore sono concesse anche le azioni di nunciazione (denuncia di nuova opera o di danno temuto)** A differenza delle azioni petitorie, che richiedono all’attore la difficile prova del suo diritto sul bene, le azioni possessorie richiedono esclusivamente la prova del possesso. Qual è la ratio delle azioni possessorie? Con le azioni possessorie legislatore assolve alla fondamentale esigenza di ordine pubblico e di salvaguardia della pace sociale, garantendo un’immediata reazione legale contro i fatti che turbano il pacifico svolgimento dell’attività di godimento dei beni. La tutela accordata al possessore, tuttavia, è solo provvisoria: infatti il proprietario, soccombente nel giudizio possessorio, potrà agire con l’azione di rivendicazione, dimostrata l’esistenza del suo diritto, ottenere la restituzione del bene. Nel nostro ordinamento è prevista la separazione fra giudizio petitorio e giudizio possessorio. 37
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