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Appunti di storia della lingua tedesca - unige, Traduzioni di Lingua Tedesca

Appunti di storia della lingua tedesca per l'esame del I anno in Lingua e traduzione tedesca.

Tipologia: Traduzioni

2013/2014

In vendita dal 29/07/2014

giulia919191
giulia919191 🇮🇹

4.2

(6)

12 documenti

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Scarica Appunti di storia della lingua tedesca - unige e più Traduzioni in PDF di Lingua Tedesca solo su Docsity! 22/02/11 Materiale aula web Esame: due parti, orale e scritta ( fonetica: 3 domande su caratteri generali, parole da trascrivere in fonetica, coppie minime, fonemi/ domande a scelta multipla su “I Paesi di lingua tedesca” I-II-III- IV, il Mulino). La linguistica tedesca, Claudio Dimeola/ Le lingue tedesche per una descrizione socio-linguistica / ? Dizionario di pronuncia, in biblioteca, del Duden (V edizione), o Krech; Deutsche als Fremdsprache, con trascrizione fonetica o Ausspracheworterbuch – Duden. Parola TEDESCO, Deutsch, hanno origine diversa i termini usati nelle altre lingue per indicarla; esempi risiedono anche nelle altre lingue, come francese, che viene dalla popolazione franca, dall’inglese, con la popolazione degli angli, nei Paesi Bassi invece si fa riferimento alle terre sotto il livello del mare, cioè Niederland in tedesco. In Germania si divide fra Niederdeutschland, nord e Oberdeutschland, sud. La parola Deutsch però risale ad una radice ricostruita, cioè termini che vengono preceduti da un *, la parola non è attestata, abbiamo solo una ricostruzione, non testimonianza scritta, fatta con confronti con altre lingue, si cui se ne evidenziano le regolarità. Il tedesco è una lingua indoeuropea, ma sappiamo che di se questa non è una lingua esistente, non c’è alcuna testimonianza scritta, nessuno lo parla, ma si teorizza soltanto, facendo un confronto fra le lingue che esistono oggi e le lingue di ieri, accorgendosi che esistono delle regolarità, delle somiglianze. La parola Deutsch risale ad una radice che significava popolo, che in tedesco moderno è “Volk”, quindi si indicava una lingua parlata dal popolo, cioè dal volgo. Facendo un confronto con le lingue conosciute si sa che i francesi e i portoghesi, così come gli spagnoli, si somigliano nel modo di dire tedesco, allemand e alemanos, quindi facendo riferimento ad una popolazione, gli alemanni, con cui erano in contatto (l’area alemanna presenta dialetti parlati in Svizzera, nella zona di confine con la Francia, in Alsazia, Lorena, in sud-ovest dell’area tedesca). Allemagne, usata anche in Italia durante l’800. In inglese si ha German, che risulta essere un controsenso, poiché gli inglesi sono anch’essi dei germani, si usa quindi questo termine che non dovrebbe indicare solo i tedeschi; Tacito è riferimento utile per la parola Germania, in italiano di usa tedesco per la lingua quindi e Germania x lo stato, esiste il termine germanico riferito agli antichi germani o al germanico comune, inteso come lingua non attestata, ma è una lingua ipotizzata da cui deriverebbero le altre lingue germaniche, in maniera analoga al latino da cui derivano le lingue romanze. Termine Germania in Italia compare nel XX secolo, quando avviene l’unità del Deutsches Reich del 1871, a Versailles; alle volte veniva usato anche il termine teutonico per indicare i tedeschi, facente riferimento alla tribù dei teutoni, di cui abbiamo notizie poiché sono i primi barbari sconfitti dai romani, da Mario, nella battaglia di Acquae Sextiae , nel 102 a.c., con le prime invasioni barbariche o migrazione dei popoli( Volkwanderung). Oggi se usiamo il termine teutonico lo usiamo con connotazione negativa o ironica; modo comune per definite il tedesco e riguarda l’area slava, nemetzkij, che viene da muto, nemoi. I Sassoni entrano in contatto con i Finni e gli Estoni, quindi è facile trovare termini come Saxen, non parlanti lingue indo-europee, con il gruppo ugro-finnico. Non tutti gli scandinavi usano termini che facciamo riferimento ai sassoni, in Norvegese e Svedese abbiamo delle parole che hanno delle radici derivanti da Deutsch , cioè tysk e tyska, che derivano dal basso tedesco, che si differenzia dalla lingua delle altre parti perché non ha subito la II rotazione consonantica, la T non è diventata D come avviene nell’Altotedesco, non si ha la dittongazione della Y. Dal Mittelniederdeutsch derivano le forme usate in Svezia; Svizzero deriva invece da una regione, cioè da un cantone, Schwyz, cantone originario, cui fa riferimento la storia di Wilhelm Tell. Nel termine Schwyz si trova la mancata dittongazione della Y in IE, nemmeno della U in EU. La parola Deutsch risale dalla radice Teudo, che sta per Volk, attestata in gotico; il termine usato in Giappone e in Cina deriva sempre da Deutsch. Questa differenziazione deriva dal fatto che si è unificata più tardi rispetto agli altri, presentandosi perciò come un insieme di tante parti. I fratelli Grimm non sono noti come raccoglitori di fiabe, ma anche per il dizionario, essendo germanisti; la germanistica proprio nasce con Jacob come disciplina universitaria, in cui parla delle mutazioni consonantiche. I due fratelli iniziano un’opera monumentale, il dizionario tedesco / Deutsches Worterbuch/, con 32 semi-volumi, che viene iniziato ma non finito da loro, perché Wilhem muore intorno alla II metà dell’800, dopo aver terminato la lettera D, mentre Jacop nella F. È portato a compimento nel giugno 1961, con i primi fascicoli, data cui corrisponde la costruzione del muro di Berlino; le ultime lettere del dizionario sono fondamentali perché mostrano l’unione fra la redazione della BRD e della DDR, l’ultima collaborazione per un certo lasso di tempo, non sarà più così semplice. La conclusione di quest’opera, nonostante la guerra, è dovuta al fatto che il tutto è messo al sicuro e scoperto da un ufficiale sovietico, che è un germanista e che salva tutto il patrimonio. Si ricomincia a lavorare poi a nuove edizioni del dizionario, rispecchiando l’ideologia del tempo in cui sono pubblicati, come nel periodo del nazional-socialismo. Oggi il dizionario è anche consultabile in rete. Opera importante perché è l’unico che da info su parole che oggi non sono più utilizzate ma che si trovano in opere non vicine a noi. Jacob Grimm nell’introduzione, dopo aver spiegato i motivi che hanno indotti il fratello a dare vita a quest’opera sta nella lingua, che risulta essere solo l’unico elemento unificante, quando appunto la Germania era ancora divisa. Importante è anche la letteratura. Testimonianze scritte del tedesco si hanno intorno al 750, ma la prima attestazione del termine stesso si ha in latino, con theodiscus, del vescovo Giorgi di Ostia, in Inghilterra con i sinodi, ciò che è stato qua deliberato è stato fatto sia in latino che in lingua del popolo, cioè in lingua volgare, nell’786. La lingua teodisca è usata quando il duca Tassilone viene accusato da Karl der Grosse del delitto di diserzione, in lingua teodisca harisliz, che si trova negli “Annales regno francorum”. Ricompare poi nell’801 in un documento di Carlo Magno; al concilio di Tour dell’813 afferma che i sinodi non si tengano più in latino, ma in lingua romanza o in lingua germanica, al fine di rendere più facile la comprensione. I Giuramenti di Strsburgo sono importanti sia x i francesi che per i tedeschi, poiché nell’842 i figli di Ludwig der Fromme, il Pio, quindi i nipoti di Carlo Magno, Karl der Kahle e Ludwig der Deutsche si alleano, dopo aver sconfitto in battaglia Lother, si giurano fedeltà nella lingua dell’esercito del doppia. La maggior parte degli italiani che oggi vivono in Germania sono turchi e curdi, 600mila italiani e serbi, a scalare greci, polacchi, croati. Già negli anni ’70 erano stati organizzati corsi per insegnare il tedesco come seconda lingua, dall’ufficio generale per l’immigrazione e i profughi, per fare si che la popolazione straniera si integrasse nel modo migliore in Germania (Integrationskurse, che consistevano in uno Sprachkurs, di livello B1 e un Orientierungskurs). Nei primi anni ’70 vengono organizzati i primi corsi di lingua tedesca come lingua straniera, a Monaco di Baviera (Die Deutsch als Fremdsprache), poi nella DDR, dove vi era un gran numero di stranieri provenienti dalla Russia, dall’est europeo, parlando di Auslandsgermanistik ( ancora oggi a Jena). Anche in Austria è la lingua più parlata, ufficiale nel 98% della popolazione, di circa 8milioni di abitanti; anche qui vi sono minoranze linguistica, in conseguenza al suo passato di impero multietnico, con diverse popolazioni, quali ungheresi e magiari, ad est, nel Burgenland; qui troviamo anche croati; sloveni in Carinzia (Karnten) e la Stiria (Steiermark), con circa 29mila per popolazione; abbiamo poi una minoranza ceca di 10mila persone, a Vienna e nell’Austria inferiore (NIederosterreich); sempre qui anche slovacchi, con 1000 persone. La minoranza dei Rom e dei Sinti è riconosciuta, nel Land orientale dell’Austria, protetti quindi con alcuni casi in cui vi sono scuole private che insegnano la lingua minoritaria. Il Lichtenstein è l’altro principato dove si ha il tedesco come lingua ufficiale ( Furstentum Lichtenstein), in cui parte della popolazione è costituita da stranieri, circa il 32%, poiché risulta essere un paradiso fiscale, con 90 diverse nazionalità, particolarmente svizzeri e austriaci, con anche italiani e tedeschi. Anche se il tedesco standard è la lingua ufficiale, la popolazione parla dialetto, di origine alemanna. Gli interessi del Lichtenstein sono curati dalla Svizzera, la cui capitale è Vaduz. Il Lussemburgo è poi un Granducato (GroBherzogtum Luxemburg), con circa 400mila abitanti, di cui 175mila stranieri, in cui vengono parlate 3 lingue, francese, tedesco e lussemburghese (letzenburgesch, dialetto del tedesco, lingua germanica altotedesca, imparentato con il mosellano, con influssi del francese). Gli abitanti sono trilingui, non come accade in Svizzera, che al massimo sono bilingui. Il dialetto è lingua ufficiale sono dal 1984; è la lingua parlata in famiglia e a lavoro, nelle prediche, è la prima lingua nella scuola materna. La scolarizzazione poi avviene in tedesco e in francese, poiché il tedesco è più semplice soprattutto per apprendere. Anche negli annunci mortuari si ha il lussemburghese. I giornali vengono scritti in tutte e tre le lingue, anche se la maggior parte sono in tedesco. Il francese è la lingua dell’amministrazione e della legislazione, viene portato poi come esempio del trilinguismo lussemburghese l’uso della lingua nell’amministrazione della giustizia, con avvocati e processi. La televisione anch’essa trasmette in tutte e 3 le lingue, ma è privata. Il motto del Granducato è in lussemburghese, “vogliamo rimanere quello che siamo”, affermatosi dopo la 2GM, quando essi sviluppano questo senso di indipendenza rispetto al mondo tedesco. I lussemburghesi si oppongono al tentativo di Hitler di imporre l’uso del tedesco e il motto rispecchia l’atteggiamento. Inoltre il fatto che il francese e il lussemburghese siano state riconosciute come lingua ufficiali è proprio segno derivante dalla 2GM e da questo atteggiamento. 2/03/11 Situazione in Alto Adige, che diventa italiano nel 1918, dopo che l’Italia ottiene Treno e Trieste; all’epoca le guerre si svolgevano in maniera diversa, si pensava che il confine sulle Alpi fosse più difendibile che quello su una valle. Il fatto di diventare italiani non ha rallegrato i tirolesi, soprattutto quando nel 1922 inizia il regime fascista, che cerca di italianizzarli con la forza, proibendo le scuole tedesche ad esempio. Ciò non è ben visto ovviamente che sempre sperano di avere l’appoggio dell’Austria, dopo l’annessione di questa al Terzo Reich sperano l’intervento da parte di Hitler, ma si mette d’accordo con Mussolini, siglando una Opzionslosung, rinunciando ad ogni tentativo e desiderio di ritornare a far parte della Germania. Chi decide di rimanere tedesco deve lasciare il territorio del Sud Tirol deve stanziarsi in un paese di lingua tedesca. Questo trattato viene firmato nel 1939, alla vigilia della 2GM, quando i tedeschi invadono la Polonia; la guerra impedisce lo spostamento di persone verso il territorio del Reich. La popolazione si divide fra Dableibende e i Optanten. La situazione cambia con la fine della 2GM, una piccola parte di optanti torna in Alto Adige, fra cui anche la famiglia dell’autore “Die Walsche”, di Zoderer. Dopo il 1945 i sud tirolesi vorrebbero poter ritornare all’Austria, ma ciò non è più possibile per la situazione del momento, per l’attività di Mussolini di far arrivare in Sudtirol molti madrelingua italiani. Città come Bolzano, Bressanone e Merano sono fondamentali; nella prima si ha tentativo di industrializzazione in cui vengono fondate industrie in cui lavorano italiani, arrivando ad un accordo fra Austria e Italia, De Gaspari e Gruber, per il nome dei signatari. Si arriva a questo accordo dopo che si è deciso di mantenere il confine al Brennero. Opere di italianizzazione dei nomi sudtirolesi, che oggi sono bilingui, arrivando poi a cercare di imporre le lapidi funerarie in lingua italiana, con la nascita scuole illegali e proibite, le Katakombenschulen. È una regione trilingue, con tedesco, italiano, ladino, in Val Gardena e Val Gadia. Il tedesco parlato in Alto Adige appartiene all’area austro-bavarese, dialetto vicino a quello parlato in Austria e Baviera. Fra le norme del pacchetto per il Sudtirol si è stabilito che vi debba essere proporzionalità fra gli abitanti e la lingua; nella pubblica amministrazione si deve poi esibire un patentino. Nella comunicazione quotidiana i sudtirolesi usano per lo più il dialetto, la lingua standard delle situazioni ufficiali. La prima università è nata a Bolzano nel 1997, mentre nel 92 è stata fondata l’Accademia europea di Bolzano. Essa si occupa anche del rendere in tedesco il codice italiano. Di Università si ha anche una sede distaccata a Bressanone, in cui l’insegnamento è in inglese, italiano e tedesco. Prima della fondazione la maggior parte ei sudtirolesi studiava ad Innsbruck e a Padova. L’uso del tedesco è dato dallo statuto di autonomia, del 1972; Dolomiten è il più antico e diffuso giornale tedesco. La Rai di Bolzano trasmette programmi in tutte e 3 le lingue e la televisione di stato austriaco, ORF ha una sede distaccata a Bolzano. Si può dire che la minoranza tedesca in Sudtirol è una delle più protette in tutta Europa, ben finanziata dallo stato italiano, ma ciò non toglie che gli abitanti tedeschi non siano soddisfatti della loro situazione. Non tutti i problemi sono stati risolti, anche se migliorati nei decenni, ma non tutti sarebbero dell’opinione di ritornare all’Austria, dal punto di vista finanziario, perché non farebbe come l’Italia. Al di fuori della Germania vi sono altre minoranze, la cui situazione è cambiata dopo il 1945, avendo una minore influenza a livello mondiale; già prima aveva perso la Polonia, nel 1918. Prima della fine della 1GM la Germania si estendeva fino alla Prussia orientale e con la fine della 1GM la Polonia ottiene uno sbocco sul mare e quindi la Prussia risulta essere divisa dalla Germania da questo corridoi polacco. La Germania perde una serie di territori verso la Polonia, l’URSS dopo la 2GM ottiene una serie di territori che facevano parte della Germania. Nel 1918 aveva perso anche l’Alsazia e la Lorena, che erano diventati tedeschi nel 1870, con la guerra franco-prussiana. Hitler rioccupa l’Alsazia e la Lorena, che ritornano alla Francia nel 1945. L’influenza sempre minore tedesca nel mondo porta ovviamente alla formazione di più e più minoranze, come la minoranza tedesca il Danimarca, nello Schwieleg Holstein. Qui nel 1920 dopo la sconfitta della Germania viene organizzato un referendum per stabilire se la popolazione vuole essere parte della Germania o della Danimarca, al nord rimane minoranza danese, al sud tedesca. Viene pubblicato un giornale in lingua tedesca, il giornale dello Schleliwig del nord, con confederazioni e biblioteche.
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